Il pastore che amava scherzare
In un villaggio abitato da pastori e contadini, viveva Dario, un pastore molto giovane e dal carattere allegro e vivace. Egli aveva un gregge abbastanza numeroso ed era conosciuto nel villaggio perché era un tipo piuttosto divertente e gioviale. Amava soprattutto fare scherzi.
Un giorno, quando era ragazzino e andava ancora a scuola, ne volle fare uno alla maestra Carla, approfittando della sua fobia per le rane. Ne acchiappò una bella e tonda allo stagno e la mise dentro una scatolina di legno. Appena la maestra Carla entrò, il piccolo le si avvicinò e le disse con aria gentile: “Signora maestra, lei è così tanto buona e gentile, per questo vorrei ringraziarla regalandole questo piccolo dono”. E le diede la scatolina. La maestra rimase stupita, lo ringraziò, gli diede un bacio sulla fronte e, sedutasi davanti la cattedra, aprì la scatolina. Improvvisamente, la rana balzò fuori e con un salto rapidissimo finì sulla sua testa! È inutile dirvi che grande grido lanciò la maestra e le risate dei compagni che la vedevano correre qua e là per l’aula.
Ma torniamo a noi… Dario tutte le mattine conduceva abbastanza lontano dal villaggio il suo gregge e, nell’attesa, a volte dormiva sotto la frescura di un albero, altre suonava il suo flauto, ma la maggior parte delle volte pensava agli scherzi che poteva organizzare agli amici e ai suoi compaesani.
Tra tutti gli scherzi che amava fare, ce n’era uno che lo divertiva particolarmente: chiamava in aiuto gli abitanti del suo borgo, gridando che i lupi gli assalivano le pecore. E gridava: “Aiuto! Aiuto! Le mie pecore sono sbranate dai lupi cattivi! Aiuto!”. Così gli abitanti del villaggio, per aiutarlo, accorrevano numerosi e, quando scoprivano che non era vero, tornavano nelle loro case, udendo le sonore risate di Dario. Lo scherzo venne ripetuto più di una volta, così, dopo che i paesani furono accorsi spaventati due, tre volte, per doversene poi tornare indietro tra le risate di lui, accadde alla fine che i lupi attaccarono veramente il gregge dello scherzoso pastore.
Così, mentre le belve sbranavano le pecore e Dario chiamava in aiuto gli abitanti del villaggio, questi, credendo che egli scherzasse come al solito, se ne preoccuparono piuttosto poco: “E’ sempre il solito scherzo”, dicevano, “non c’è nessun lupo che sbrana le sue pecore, vuole solo prendersi gioco di noi”. Avvenne così che egli rimase privo del suo gregge e pianse per lungo tempo, pentito di quello che aveva fatto.
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