Il pettirosso
Mamma Orsetta manda questo racconto (17 dicembre 2001).
Era un inverno gelido, il ghiaccio e la neve ricoprivano tutto di un manto
bianco. Gli uccellini non sapevano dove trovare di che nutrirsi e la fame
era tanta.
Un giorno tutti gli uccellini si incontrarono sul grande abete che dominava
il villaggio dall’alto della collina: dovevano decidere il da farsi. Non
era più possibile andare avanti così: bisognava per forza trovare qualcosa
da mangiare.
Un uccellino che tutti trovavano molto simpatico propose di chiedere aiuto
ai bambini del villaggio. Gli altri passeri non potevano credere alle loro
orecchie: il coraggio di quell’uccellino rasentava la follia!
“Ma non puoi rischiare!”, gli dissero, cercando di dissuaderlo. “Ricordati
che i bambini sono i cuccioli degli uomini ed è pericoloso avvicinarsi all’animale
uomo. Non ti sarai dimenticato che sono armati di fucili, vero?”
Ma l’uccellino difese i bambini: “E’ vero che alcuni uomini sparano a noi
uccelli con i fucili, ma i bambini sono diversi. Hanno il cuore innocente
e sono generosi! Vedrete! E poi, sarò io a rischiare: siamo ridotti alla
fame, lasciatemi provare!”
Gli altri si arresero a malincuore, preoccupati per la sorte dell’uccellino
simpatico. Questo volò verso un balcone di una casa del villaggio e si mise
a saltellare e a cantare con così tanta gioia e letizia che i bambini che
abitavano quella casa, incuriositi, andarono alla finestra a spiare. Mossi
a simpatia, misero un piattino pieno di briciole sul balcone e poi si nascosero
dietro le tende per vedere cosa succedeva. L’uccellino andò a chiamare i
suoi amici e tutti, quel giorno, fecero un banchetto come nel più bello
dei loro sogni.
Il giorno dopo, l’uccellino decise di ripetere l’esperimento con i bambini
di un’altra casa e, anche qui, i suoi modi amichevoli e i suoi cinguettii
conquistarono tutti cosicché fu premiato con un altro piattino di briciole
sul davanzale. L’uccellino, anche questa volta, divise il pranzo con gli
altri suoi amici.
E andarono avanti così per tutto il resto dell’inverno, passando per ogni
casa del villaggio. I bambini, e qualche volta anche le loro mamme, premiavano
sempre la simpatia dell’uccellino con un piattino di briciole che mettevano
fuori in giardino o sui davanzali delle finestre.
All’arrivo della primavera, quando la neve e il ghiaccio si sciolsero e
non era più un problema trovare il cibo, i passeri vollero fare una festa
per l’uccellino simpatico per ringraziarlo di avere sempre diviso con loro
il cibo che gli era stato regalato. Organizzarono un bellissimo concerto
che si tenne sulla cima del grande abete e poi gli regalarono un bel gilet
di lana rossa. L’uccellino fu così contento del dono che non se lo tolse
mai più e, perciò, fu chiamato Pettirosso.