Il re e i fenicotteri rosa
Se vi piace questa fiaba, dovete ringraziare zia Mariù (31 gennaio 2015)
Un re ordinò che si radunassero tutti i cuochi del suo castello per una gara; quando i cuochi furono arrivati alla reggia, li fece bendare e poi chiese loro di toccare i suoi fenicotteri rosa che si stavano riposando nel laghetto su due zampe. Uno tastò il ventre, un altro la punta delle ali, un terzo la radice della coda, un quarto le due zampe, un quinto la schiena pennuta, un sesto la testa, un settimo il becco, l’ottavo gli occhi e l’ultimo una zampa sola. Poi il re chiamò a sé quei cuochi e domandò loro: “Come sono fatti i miei fenicotteri?”.
Uno dei cuochi disse: – I tuoi fenicotteri somigliano a canne di fiume! – Era il cuoco che aveva tastato le due zampe.
Un altro cuoco disse: – Somigliano a scopette! – Era quello che aveva tastato la punta della coda.
Un terzo disse: – Somigliano a grandi ventagli! – Era quello che aveva tastato le ali.
Quello che aveva tastato il ventre disse: – I fenicotteri somigliano a cuscini! -.
Quello che aveva tastato la schiena pennuta disse: – Somigliano a una copertina di un bambino celeste e morbida morbida! –
Quello che aveva tastato il becco disse: – Somigliano a manici di ombrello! –
Quello che aveva tastato la testa e il collo disse: Somigliano a un gancio! –
Quello che aveva tastato gli occhi disse: Somigliano a due fagioli! -.
Poi all’improvviso i fenicotteri, stanchi, si misero su di una zampa sola e il cuoco che li tastò disse: – Somigliano al bastone di mio nonno -. Poi però toccò meglio in cerca del collo e non riusciva a trovarlo perché il fenicotteri l’aveva nascosto sotto l’ala; pensò fra sè che se avesse mai visto in natura un animale senza collo e con una zampa sola avrebbe detto che più a un uccello assomigliava al sellino piumoso di una bicicletta. Ma per la paura di sbagliare e dire uno sproposito preferì non dire nulla e stette zitto.
Il re, vedendo che nessuno si era avvicinato nemmeno un pochino ad indovinare come erano fatti i suoi fenicotteri rosa, glieli fece vedere e allora i cuochi rimasero tutti meravigliati per quanto erano belli. E poiché almeno uno si credeva il vincitore della gara, si misero a discutere fra di loro e a litigare su chi aveva indovinato almeno un particolare di quel bellissimo animale.