Il rondone

Eugenio Montale

Tratta da L’opera in versi, Einaudi, Torino 1975

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Il rondone raccolto sul marciapiede
aveva le ali ingrommate di catrame,
non poteva volare.

Gina che lo curò sciolse quei grumi
con batuffoli d’olio e di profumi,
gli pettinò le penne, lo nascose
in un cestino appena sufficiente
a farlo respirare.

Lui la guardava quasi riconoscente
da un occhio solo. L’altro non si apriva.
Poi gradì mezza foglia di lattuga
e due chicchi di riso. Dormì a lungo.

Il giorno dopo riprese il volo
senza salutare.
Lo vide la cameriera del piano di sopra.
Che fretta aveva fu il commento. E dire
che l’abbiamo salvato dai gatti. Ma ora forse
potrà cavarsela.

 

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