Il semino e il baobab

Questo testo è stato inserito da: Rossella. (16 novembre 2008).

C’era una volta un bellissimo seme, scuro scuro, piccolo piccolo, ma soprattutto solo solo.
In realtà era stata una sua precisa scelta, quella di abbandonare la sua bellissima casa perchè, a suo dire, veniva trattato come “un bambino”, ops come un “semino”.
Ora si trovava all’ombra di quell’immenso baobab, in una giornata avida di sole del deserto africano. Lui, dapprima, fu felice della nuova situazione: finalmente poteva dormire fino a mezzogiorno, godersi il sole senza i ripetuti: “vieni qui che ti spalmo la crema protettiva, non vorrai mica abbrustolirti!”, proferiti da mamma Mangolina. Con il passare del tempo, però, iniziò ad avere sete e fame, ad avvertire i raggi del sole tra gli intricati rami del baobab e, per la prima volta nella sua breve vita, rimpianse le amorevoli cure di mamma Mangolina: gli avrebbe preparato un rigenerante bagno a base di latte di cocco e di succo di agave, in cui si sarebbe immerso fino a sera. Niente di ciò avvenne, ma nulla era perduto, la vita aveva in serbo per lui una bella e sonora lezione.
Stanco dei continui lamenti del “piccolino con arie da grandi”, il vecchio baobab si svegliò, scuotendo con forza e fragore i labirintici rami; tutto ciò al semino dovette apparire come il più tremendo dei temporali. Infatti, cercò freneticamente di trovare riparo scavando sottoterra, ma il baobab lo scacciò: gli aveva tirato un calcio fra gli stinchi. Il piccolino scoppiò a piangere disperato, pareva una fontana con il tubicino scassato! Il saggio baobab attese la fine di quello che, dall’alto del suo tronco, sapeva essere solo uno sfogo. Quando ebbe finito si rivolse a lui con fare amichevole, ma non troppo: “Buongiorno piccolo grande eroe dei miei stivali bagnati, hai finito di frignare?”
Il semino risalì dal suo nascondiglio improvvisato, e, preso il coraggio a due mani, rispose:
“Buongiorno grande baobab! non sto frignando, stavo piangendo, perchè tu mi hai spaventato con i tuoi rami! E’ colpa tua!”
Il baobab si arrabbiò molto: “E’ colpa mia? Ma che dici? E poi tu non dovresti essere a casa, a giocare? che ci fai qui?”
Il semino era diventato minuscolo ora dalla paura, ma era intenzionato a resistere: “Non sono affari tuoi quello che faccio io! Devi trattarmi comunque con rispetto, perchè sono piccolo e non ti ho fatto nulla!”
Il baobab, allora, non ce la fece più e sgridò forte il semino, nemmeno sua mamma l’aveva mai fatto in quel modo! Il semino, però, capì che in realtà, aveva ragione il baobab: era tutta colpa sua, era stato lui a decidere di andarsene da casa, a scoprire il mondo, per vivere seguendo solo il suo cuore, senza regole, insomma a cavarsela da solo. Ora, però, gli mancavano le comodità della sua famiglia, le piccole abitudini, e, persino, le sgridate di mamma Mangolina. Così, salutò con un profondo inchino il suo saggio amico e si mise in viaggio verso casa. Entro sera era già nella sua meravigliosa vasca con il suo bagnoschiuma preferito: latte di cocco e succo d’agave.

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