Il signor Orlando pasticcione
Ecco la filastrocca di zia Mariù che tanto simpaticamente dedica a tutti i bambini che si chiamano Orlando. (15 febbraio 2008)
Un giorno il signor Orlando, di professione pasticcere, stanco di dover caramellar lo zucchero abbandonò le sue ricette e cominciò a fare il giocoliere.
Non giocolava coi birilli, non lanciava coltelli e neppur gli spilli.
Un modo originale avea trovato per tenerlo asciutto e non bagnato, a lui doveva sembrar bello di sforzare il suo cervello.
Giocolava con le parole!
La lingua faceva arrotolare per farla poi veloce scioglilinguare.
Metteva una parola accanto ad un’altra, le impastava, metteva in forno e usciva una torta.
Mise davanti il forte con dietro la luna, aggiunse un po’ di sale inventò fortuna.
Poi prese un’altra torta e sopra un pipistrello,
mise tutto in un cappello e poi li frullò, ne tirò fuori un tortello, aprì la bocca e se lo mangiò.
Il signor Orlando aspirante giocoliere, giocolava con l’alfabeto ch’era un bel piacere.
Tirava le vocali, le tirava così in alto che,
scendevano con l’accento senza saper perché.
Una volta una mezza parola si dimenticò.
Aveva scritto basso invece di bassotto.
L’animale tanto si impermalì, prese a dar di numeri e ora è lungo da qui a lì.
Tanto così per giocare, invece della soma mise l’accento pure su un asino che asinò diventò, lo cercò nel vocabolario ma non lo trovò.
Il povero animale non sapeva più che fare, gli dette una zoccolata dietro e più forte cominciò a ragliare.
Il signor Orlando aspirante giocoliere sarà ben che torni al suo mestiere, con le parole non si scherza.
Sarà ben che vada un poco in ferie che qui si deve lavorare, ma con le parole serie!