Il sole sul muro
Ada Negri
Tratta da Vespertina. Il dono, Mondadori, 1943
Leggiamo insieme Il sole sul muro di Ada Negri
Fu mia delizia, nell’adolescenza
fugace, con attenti occhi seguire
sulle muraglie del mio verde regno
l’alterno gioco del sole e dell’ombra.
E m’incantavo a decifrar rabeschi
di fronde, in nero sulla calce bianca
a capriccio segnati: era il mio libro
di canti e fiabe, aperto a me soltanto.
Tutto una vampa il muro a mezzogiorno
nei dí sereni: volto dallo sguardo
di fiamma, che nel tempo dell’amore
io riconobbi nell’amante amato.
Ma obliqua l’ombra, serpeggiando a gradi
dal basso, esatto m’indicava il corso
dell’ore; ed io, fra me: – Non verrà mai
un meriggio che sia senza tramonto? –
E quando il sole, al suo sparir, dall’orlo
della cimasa mi diceva «addio»,
sempre quel dubbio m’assaliva: – O luce,
e se domani non tornassi più? –
Fedele, ogni alba, a me tornò la luce
lungo il fiume degli anni; e fu il mio bene
più grande: il bene che non si cancella
mai, per volger di tempo e di vicende.
Desiderio non ho d’altra ricchezza,
né m’importa degli uomini; ma imploro
che sol da morte a me luce sia tolta.
E m’è delizia tuttavia, sul muro
del mio terrazzo alto sui tetti, intenta
seguire, come ai fanciulleschi giorni
in cui tutto allo sguardo è meraviglia,
l’alterno gioco del sole e dell’ombra.
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