Il testamento dell’asino

Questa è la filastrocca di Zia Mariù (5 settembre 2010).

Se per caso qualcun trovasse per strada la mi’ carcassa
cosa lieta mi farebbe, senza funerale
che almen mi si volesse adagiar in una cassa…

Per non lasciare queste umili frattaglie,
alle mosche a seccar al sole
e non al fresco tra le paglie.

E lascio la mi’ pelle, color del fumo, ai conciapelli,
da far tamburi, oppur per le gentil signore
bei nastri pei capelli.

Lascio la mi’ carne, se un poco ne avanzasse,
agli abili norcini,
da far con me e compar maiale
mortadelle o cose affini.

Lascio le ossa ai miei amici cani
e le mi’ budella a tutti i gatti.

Lascio il cuor a chi m’ha voluto bene
e poi, infine a dirlo a voi,
e ce ne son stati anche parecchi

a chi m’ha voluto male,
a loro lascio un bel par d’orecchi!

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