Il vulcano in giardino

Alberto Melis

Davide è un bambino vivace. Gli piace correre a perdifiato e smontare i giocattoli.
“Ehi! Che intenzioni hai?” gli chiede la mamma.
DAVIDE ha preso dalla cassetta degli attrezzi un martello e un cacciavite.
“Voglio vedere cosa c’è lì dentro” dice indicando il televisore.
“Per carità! Non ti basta aver smontato tutti i giocattoli?”. Mamma rimette a posto cacciavite e martello. “Vai a giocare in giardino, su…”.
DAVIDE sbuffa e corre in giardino.
Ma arrivato lì sbuffa di nuovo. Perché in giardino non c’è niente da smontare. A meno che…
DAVIDE Prende una piccola zappa e si avvicina all’albero di susine. Cosa c’è dentro quel tronco? Forse tante susine che aspettano solo di venire fuori!
DAVIDE batte sul tronco ma non succede niente. Salvo che un pezzo di corteccia si stacca dall’albero e il pettirosso che aveva fatto il nido sui rami fugge via.
Meglio dedicarsi alle rose di mamma. Può darsi che nei gambi si nascondano formiche nere o formiche rosse. DAVIDE prende le cesoie e… Zac Zac! ma non succede niente. non c’era neppure una formica dentro i gambi. E pazienza se ora i boccioli giacciono in terra.
“Uffa, che noia!” dice DAVIDE.
mA Cosa mai ci sarà sotto il prato? Forse tante tane di talpa.
DAVIDE afferra la piccozza e comincia a scavare un buco. Prima piccolo, poi sempre più largo e profondo, sino a quando… Shhhhh! Un sibilo attraversa l’aria e dal buco esce un fiotto di fumo.
“Ma guarda un po’!” esclama DAVIDE. “sembra la marmitta della macchina di papà… Oh, oh! E ora che succede?”.
La terra intorno al buco si solleva sino a diventare una montagnola. E dalla sua sommità non esce più solo fumo ma anche fuoco, come dalla bocca di un drago.
“Che ci sia un drago lì sotto?” si domanda DAVIDE.
Meglio fare qualche passo indietro. Perché ora dalla montagnola vengono fuori schizzi di una sostanza rossa molto densa: e dove cadono subito l’erba s’incenerisce.
DAVIDE è un po’ preoccupato. Perché ha capito che sotto il prato non si nasconde nessun drago e quella montagnola somiglia a un vulcano che ha visto in tv.
Eccolo che erutta di nuovo. Brun Brun. Poi la lava comincia a scendere lungo i fianchi e si dirige verso il gazebo dove la mamma offre il the alle sue amiche.
“E ora che faccio?” DAVIDE corre veloce alla pompa dell’acqua. Ma non può girare la manopola del rubinetto perché la manopola non c’è più. L’aveva smontata il giorno prima usando il tagliaunghie di papà. E intanto dal vulcano la lava continua a venire giù.
“mI SA CHE Questa volta l’ho combinata grossa!” DICE DAVIDE.
“Oh si! è proprio vero!” esclama una voce alle sue spalle.
sul gambo reciso di una rosa si è poggiato il pettirosso fuggito dal nido.
“TI PREGO AIUTAMI!” GLI DICE dAVIDE.
“aIUTARTI? nON è così semplice” RISPONDE IL PETTIROSSO. “Non sapevi che LA NATURA è UNA CREATURA VIVA, E NON UN GIOCATTOLO DA SMONTARE E BUTTAR VIA? mA FORSE UN MODO CI SAREBBE…”.
“qUALE?” DOMANDA dAVIDE, CHE ORA HA UNA GRAN VOGLIA DI PIANGERE.
“IO AL TUO POSTO CHIEDEREI scusa all’albero, alle rose e alla terra…”.
“Scusami albero. Scusatemi rose. Scusami terra!” DICE dAVIDE.
“E ora…” CONTINUA il pettirosso “chiudi gli occhi e pensa che questo sia solo un brutto sogno”.
DAVIDE obbedisce e quando dopo un po’ riapre gli occhi si ritrova davvero nel suo letto, sotto le coperte.
“Uff! Meno male…” sospira. “stavo solo sognando!”.
Si affaccia alla finestra che dà sul giardino. Nel prato non c’è nessun vulcano che fa brun brun.
Ma su un ramo dell’albero, vicino al suo nido, c’è il pettirosso che cinguetta felice.

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