Kikirto l’alieno

Walter Preitano

Kikirto l'alienoC’era una volta,
laddove è accaduto,
un bimbo biondo,
forte e astuto,
non era nato
nel mondo terreno,
e lo chiamavan
kikirto l’alieno.

Veniva da Marte,
da Giove o Saturno,
da un mondo dove
quasi sempre era inverno,
era arrivato
col vento in tempesta,
e nel paese
gli fecero festa.

E in quell’estate
godeva davvero
la luce e il calore
d’un sole severo.
Lui se ne stava
su un pozzo seduto
con gli occhi chiusi
per qualche minuto;

poi li riapriva,
faceva un sospiro
poi li chiudeva
per un prossimo giro.
Amava il sole,
e la luna e le stelle
da quel magico luogo
gli sembravan più belle

– A cosa pensi
kikirto l’alieno? –
gli chiese un bimbo
passando vicino.
– Penso che forse
laddove son nato
siam mille anni
in arretrato;

non ci son scuole,
niente giostrine,
non c’è colore
nelle vetrine;
non c’è il pallone,
non c’è la racchetta:
viver lassù
è una vera disdetta.

È questo il mondo
che ho sempre sognato,
coi torrentelli,
coi fiumi, col prato,
le verdi colline
così belle e vicine,
il mare, i monti,
gli uccelli e le fonti.

Spero che un giorno
qualcuno s’accorga
e i complimenti
col cuore vi porga -.
– Ma dicono sempre,
nei libri importanti,
che siete voi
di tanto più avanti-.

– Non dargli retta,
non sanno che dire,
è gente paurosa
che teme ogni cosa.
In quel pianeta
dal quale son sceso
gli scienziati
non hanno compreso.

E sai che ti dico,
amico piccino
che questa terra
mi va proprio a puntino.
e se verranno
per farmi volare
io mi nascondo
tra l’onde del mare -.

E oggi ancora
in quel luogo disperso
dove la gente
non teme il diverso,
in una capanna
col tetto di fieno
vive e lavora
Kikirto l’alieno.

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