L’uomo e le stelle
Giovanni Maria Vassallo
Leggiamo insieme: L’uomo e le stelle di Giovanni Maria Vassallo
C’era lo spazio, nero, freddo, vuoto,
senza lume né moto.
E nello spazio vuoto freddo nero
passò Dio col pensiero.
“Qui voglio luce!”. Risplendenti e belle
s’accesero le stelle.
Esse furono tante e grandi, ma
sperdute nella fonda immensità.
Povere stelle, nello spazio immane,
immobili, lontane!
Dai lor recessi, con tremanti raggi
si mandavan messaggi.
Iddio pensò: “Qui voglio moto!”. Un vivo
prese le stelle abbrivo: roteando percorsero, su, giù
tutto lo spazio, senza posa più.
Ma nel riddare delle mille e mille
gigantesche faville,
nelle danze tremende e armoniose
di soli e nebulose,
non un astro ebbe un fremito, un bagliore
di grazie al Creatore;
non un astro d’esistere stupì,
né d’un astro un sol briciolo così.
C’era nel cavo sen dell’universo
un corpuscolo sperso
con sopra un nulla: un uomo. Alzò le ciglia,
quel nulla, alla famiglia
vasta dei cieli, ebbe sgomento in cuore
fatto d’ansia, d’amore,
e aprì le labbra mormorando: “Dio!…”.
Quei si volse e disse: “Oh, figlio mio!”.