La bimba del lago
Stefania manda questa fiaba (22 gennaio 2002),
Nei giorni passati, quando i cavalli trottavano lungo le strade delle città, viveva una bimba vicino ad un lago dorato. Qui trascorreva il suo tempo giocando con i fiori, gli uccelli che le volavano intorno e tanti amici della sua età. Viveva così, felice del suo daffare quando, un giorno come tanti altri,venne al lago un uomo dai lunghi baffi argentei. Aveva indosso un mantello nero che lo copriva tutto e dei grossi stivali neri lucidi e un grosso bastone nodoso che lo sorreggeva. Era molto, molto vecchio e camminava velocemente quasi volando sui prati che circondavano il lago dorato. Quando giunse, un forte vento increspò l’acqua e i fiori si chinarono a terra insieme agli alberi. La bimba e i suoi amici smisero di giocare e si nascosero dietro gli alberi, cercando di farsi più piccoli che poterono. L’uomo si avvicinò alla bimba e la prese con sè portandola via nel paese dei “ma” e dei “perchè”. Sul lago scese il silenzio e gli amici della bimba si guardarono intorno e si chiesero il ma e il perchè senza sapere cosa rispondere,.piansero e si strapparono i capelli e alla fine, un guizzo nel lago li fece voltare: videro un pesciolino rosso che li guardava e li chiamava. Il pesciolino rosso, mandato dalla dama del lago che viveva lì da tempo memorabile, disse che se volevano rivedere la bimba dovevano cercare il pomo d’oro nel paese del “dove” e del “quando” al di là dell’orizonte e, dove averlo preso, lo dovevano portare all’uomo dai baffi argentei. I bimbi restarono un attimo sorpresi, poi decisero: sarebbero andati a prendere il pomo d’oro. Partirono e dopo aver camminato e camminato giunsero nel paese del “dove” e del “quando”. lì incontrarono un centauro in groppa alla sua motocicletta rossa fiammante che occupava tutta la strada che portava in città. Il centauro chiese loro dove andavano e cosa cercavano con tanta fretta. I bimbi risposero che cercavano il pomo d’oro per portarlo all’uomo coi baffi argentei per liberare la bimba del lago.E, chiesero cosa fosse quel cavallo così strano che montava non avendolo mai visto prima. Ma, prima che avessero una risposta, si videro circondati da altri centauri in groppa ad altri cavalli metallici di vari colori. Non potevano passare ed, ora, ricordavano della vecchia profezia che diceva di un incontro con cavalieri misteriosi e colorati nelle terre del “dove” e del “quando”. Si buttarono in braccio ai cavalieri e, con calci e pugni, iniziarono la battaglia del “qui” e dell'”adesso” per oltrepassare la muraglia di ferro che li circondava. Alla fine vinsero la resistenza dei centauri e lasciati a terra in un cumulo di ferro, proseguirono verso il paese dove, in un piccolo giardino cresceva il pomo d’oro. Prima di arrivare giunsero ad una fonte metallica, dove l’acqua scorreva lasciando rumori metallici all’intorno. Era l’acqua dell'”altrove” e del “prima”: bevendola i bimbi sarebbero tornati a nuotare nelle acque del profondo sonoro buio. I bimbi avevano sete e così bevvero, addormentandosi all’istante, si risvegliarono in un posto buio in mezzo ad altri esseri. Avevano dimenticato cosa andare a cercare e solo dopo qualche tempo sentirono una voce da lontano che li chiamava. Era la bimba del lago che cercava di mettersi in contatto con i suoi salvatori, avendoli visti arrivare nella sfera di cristallo che l’uomo teneva nascosta in una delle stanze del castello nel paese del “ma” e del “perchè”: La bimba chiudendo gli occhi li chiamava con la mente, per non farsi sentire dall’uomo e, così, non si accorse che la sfera stava cambiando di colore e che la stanza non aveva più pareti e, che lei, ora, si trovava in un giardino sotto le chiome dell’albero del pomo d’oro.I bimbi, nel frattempo si svegliarono e cominciarono a cercare l’uscita dal profondo sonoro buio. Cerca che ti cerca, trovarono una porticina piccola piccola con una chiave d’oro. La girarono e men che non si dica uscirono fuori portati dalla corrente dell’acqua del profondo sonoro buio e, dove si trovarono? lì nel giardino del pomo d’oro insieme alla bimba del lago.Si abbracciarono e baciarono e cantarono insieme la loro gioia, ma dovevano andare via di lì e, soprattutto, dovevano dare il pomo d’oro al guardiano del paese del “ma” e del “perchè”. Raccolsero il pomo e si incamminarono alla volta del guardiano non prima di avere salutato tutti gli altri esseri usciti con loro dal profondo sonoro buio. Ora erano più forti anche se, nonostante tutto, avevano ancora paura dell’uomo coi baffi argentei e non sapevano ancora come affrontarlo. La bimba parlò loro e disse che sarebbe stata lei a dare il pomo d’oro visto che conosceva il castello e che sapeva dove trovarlo. Prese il pomo d’oro e si incamminò su per il paese del “dove” e del “quando” passando per la strada stretta del “se” e giunse così al castello del paese del “ma” e del “perchè”. Lo attraverò tutto e alla fine giunse alla stanza rossa dove viveva l’uomo dai baffi argentei. Entrò in silenzio e piano, piano per non spaventarlo e, una volta davanti, gli porse il pomo d’oro. Lui lo prese e lo portò alla bocca. E, all’improvviso, il castello prese a girare e le pareti caddero una ad una, un vento forte prese a soffiare portando via tutte le nuvole lasciando brillare un caldo sole d’estate e il guardiano non era più l’uomo coi baffi argentei e il mantello nero e il bastone nodoso, ma era diventato un giovane forte e gentile che prese per mano la ragazza che le stava davanti e, insieme a lei si ritrovò al lago dove l’aspettavano gli amici diventati giovani e giovinette allegre.