La canzone delle bizze
Enrico Fiorentino
Tratta da: Canzoniere dei Bambini - Fratelli Treves Editori - 1888
Leggiamo insieme: La canzone delle bizze di Enrico Fiorentino
“Siam le bizze: amiche vecchie
di non pochi bambinelli,
cui prendiamo per le orecchie,
per il ciuffo dei capelli;
finché vinti e resi nostri,
con maligna voluttà,
li cambiamo in tanti mostri,
sien pur fiori di beltà!
Molte al giorno ne contiamo
di coteste vittimucce:
se vedeste! Le facciamo
saltar su come bertucce!
Dalla rabbia, fuori gli occhi
stanno loro per schizzar…
colla voce di ranocchi
poi cominciano a gracchiar.
Sotto il nostro urto violento,
v’è chi arriva ad ogni eccesso:
chi calpesta il pavimento,
chi si batte da se stesso.
Chi, di bava il labbro pieno,
mentre ingrossagli il respir,
par che vomiti veleno,
o che stia per impazzir!
Babbi, mamme, amici, tutti,
dai bizzosi scappan via,
perché sono così brutti,
perché addosso han la malia:
perché un docile consiglio
loro in cor non attecchì,
perché il nostro aguzzo artiglio
per la chioma li germì.
Ora dunque che sapete
quanto orrendo è il nostro attacco,
se da lungi ci vedete,
per pietà!, levate il tacco.
Da noi bizze, o bei bambini,
non lasciatevi acchiappar…
Se altrettanti mostricini
non volete diventar”.