Leggiamo insieme: La dolce cera piagente di Giacomino Pugliese

La dolce cera piagente
e gli amorosi sembianti
lo cor m’alegra e la mente,
quanto mi pare davanti.
Sì volontieri la vio
la boca ch’io basciai;
quella cui io amai
ancor l’aspetto e disio.

L’aulente bocca e le menne
e lo petto le cercai,
fra le mie braza la tenne;
basciando mi dimandai:
Messer, se venite agire,
nom facciate adimoranza,
ché non n esti bona usanza
lasciar l’amore e partire.

Allotta ch’eo mi partivi
Madonna, a Dio v’acomando;
la bella guardò ver mivi,
sospirava lagrimando.
Tant’erano li sospire,
c’a pena mi rispondia;
e la dolze donna mia
non mi lassava partire.

Io non fuivi sì lontano,
che lo mio amor v’ubriasse,
e non credo che Tristano
Isaotta tanto amasse.
Quando vegio l’avenente,
infra le donne aparire,
lo cor mi trae di martire
e ralegrami la mente.

Parafrasi di La dolce cera piagente di Giacomino Pugliese

Il volto dolce che dà godimento a guardarlo
e le sue fattezze vivacizzate dal sentimento amoroso
mi allietano il cuore e la mente
quando mi appare davanti.
Guardo così volentieri
la bocca che baciai;
colei che amai
ancora aspetto e desidero.

Le cercai la bocca e i seni,
e il petto,
la tenni stretta fra le braccia;
Mentre mi baciava, mi domandò:
“Signore, se state partendo
non restate lontano troppo a lungo
perché non è buona usanza (non giova)
lasciare l’amore e partire”.

Quando io partii, le dissi:
“Donna, Vi raccomando a Dio”;
la bella donna girò lo sguardo verso di me,
e sospirava piangendo.
Erano talmente tanti i sospiri
che la donna mi rispose appena
e non mi lasciava partire.

Non me ne andai così lontano
che il mio amore si scordasse di me
e non credo che Tristano
amasse Isotta più di me.
Quando la vedo apparire,
in mezzo alle altre donne
il cuore mi si libera dal tormento
e la mente si allieta.

Immagine realizzata con Intelligenza Artificiale di Bing

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