La famiglia felice

famiglia felice

C’era una volta un vecchio castello, dove non si mangiavano più lumache, perché si erano estinte. Ma vicino al vecchio castello c’erano ancora tante foglie di farfaraccio che tanto piacevano alle lumache bianche. Proprio quelle lumache che la gente distinta una volta faceva cuocere in pentola e poi mangiava esclamando: “Mmm, che buone!”.
Le foglie di farfaraccio si erano così infoltite da creare un vero e proprio bosco dove vivevano le ultime due lumache rimaste: Biagio e Bertilla.

Le due lumachine non erano mai state fuori dal bosco, ma sapevano che esisteva qualcosa che si chiamava castello e che lassù le lumache venivano cucinate, e, una volta diventate nere, posate su un vassoio d’argento; quello che accadeva in seguito non lo sapeva nessuna lumaca al mondo. In realtà non immaginavano neppure che cosa volesse dire essere cucinati e messi su un vassoio d’argento, ma doveva essere una cosa bellissima e molto distinta.

Biagio e Bertilla, vivevano in modo solitario e non avendo figli avevano adottato Bob, un lumachino comune. Un giorno di pioggia Biagio disse: “Senti come batte la pioggia sulle foglie di farfaraccio!”. “Scendono di quei goccioloni!” aggiunse Bertilla. “Scorrono lungo i gambi! Vedrai come si bagnerà qui! Per fortuna abbiamo la nostra bella casa e anche il piccolo Bob ha la sua! È proprio vero che è stato fatto molto più per noi che per tutte le altre creature, siamo dei veri privilegiati. Fin dalla nascita abbiamo la casa e il bosco di farfaraccio è stato piantato per noi. Mi piacerebbe sapere quanto si estende e che cosa c’è fuori”.

“Non c’è niente fuori” disse papà lumaca. “Non c’è posto migliore di questo, e io non desidero altro”. “Io sì” rispose Bertilla “mi piacerebbe arrivare al castello, essere cucinata e messa sul vassoio d’argento. Tutti i nostri antenati l’hanno fatto e sicuramente ne vale la pena!”.
“Il castello è forse andato in rovina” disse Bagio “Oppure il bosco di farfaraccio è cresciuto tanto da coprirlo e ora gli uomini non possono più uscire. Del resto non c’è nessuna fretta, ma tu sei sempre così precipitosa e ora comincia a esserlo anche il piccolo; da tre giorni si sta arrampicando su quel gambo, e mi gira la testa solo a guardarlo!”.
“Non arrabbiarti!” gli rispose Bertilla “Si arrampica con prudenza, avremo grandi soddisfazioni da lui! E poi noi vecchi non abbiamo altro per cui vivere. Piuttosto dobbiamo trovargli una moglie? Non credi che da qualche parte del bosco di farfaraccio ci sia qualcuno della nostra specie?”.

E così non sapendo dove cercare chiesero prima alle formiche se conoscevano una sposa adatta a Bob, ma le formiche non conosceva nessuno e così si rivolsero ai moscerini bianchi che volando qua e là conoscevano bene il bosco di farfaraccio. Infatti i moscerini conoscevano Gaia, una lumachina che abitava ad un centinaio di passi d’uomo e che era tutta sola! Biagio e Bertilla chiesero di condurla lì da loro in modo da far conoscere i due giovani! E così i moscerini andarono a prenderla.
Ci vollero otto giorni prima che arrivasse e dopo furono celebrate le nozze. Tutto si svolse con tranquillità, perché Biagio e Bertilla non amavano troppo il chiasso e la confusione. Bertilla fece un bel discorso, mentre Biagio proprio non ci riuscì. Era troppo commosso! Poi diedero loro in eredità l’intero bosco di farfaraccio e ripeterono quello che avevano sempre detto: che il bosco era il migliore del mondo, che se fossero vissuti onestamente e si fossero moltiplicati, loro stessi e i loro figli sarebbero un giorno arrivati al castello e lì sarebbero stati cucinati fino a diventare neri e messi sul vassoio d’argento.

Dopo il discorso Biagio e Bertilla si ritirarono nelle loro case e non uscirono più. E così Bob e Gaia regnarono nel bosco, ebbero molti eredi e non vennero mai cucinati e posti su un vassoio d’argento. Per questo conclusero che il castello era andato in rovina e che la stirpe umana si era estinta. Nessuno li contraddisse: poteva benissimo essere vero. La pioggia batteva sulle foglie di farfaraccio soltanto per rallegrarli col suo tam tam e il sole splendeva soltanto per illuminare il loro bosco.
E così vissero tutti felici e contenti!

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