La filastrocca di Pinocchio: 07 – Il naso s’allunga
Testo di Gianni Rodari - Illustrazioni di Raul Verdini
Gli autori hanno pubblicato questo Pinocchio a puntate, tra il 1954 e il 1955, sul giornale per ragazzi "Pioniere". Questa divertente filastrocca non vuole essere altro che una fedele traduzione in immagini e poesia del famoso racconto collodiano. Una semplice interpretazione, un omaggio a Collodi (e in alcuni versi anche un omaggio al signor Bonaventura!).
"La filastrocca di Pinocchio" è disponibile in un volume di Einaudi Ragazzi
Leggiamo insieme: La Filastrocca di Pinocchio – Capitolo 07
Qui continua, aprite l’occhio,
l’avventura di Pinocchio
che Medoro, di volata
porta in salvo dalla Fata.
In un candido lettino
si depone il burattino.
Tre dottori in chirurgia
studian se morto sia.
Dice il corvo alla civetta:
“Seppelliamolo in gran fretta”!.
Ma il buon Grillo parla allora
di Geppetto che s’accora,
e pel mondo tutto solo
va cercando il suo figliolo.
Piange il bimbo con trasporto…
e se piange… non è morto.
Un’amara medicina
gli vuol dare la fatina,
ma Pinocchio strilla: “Ohibò!
io piuttosto morirò!”.
Nella stanza si prepara
in un attimo la bara
e il monello, al visione,
manda giù la sua pozione.
Degli scudi che non vede
la Fatina poi gli chiede.
“Ah, gli scudi… li ho perduti!
Col citrato li ho bevuti!”
Ma all’inutile bugia
tosto il naso fa la spia…
Nasi lunghi ce n’è tanti:
questo batte tutti quanti.
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