La filastrocca di Pinocchio: 18 – Lucignolo
Testo di Gianni Rodari - Illustrazioni di Raul Verdini
Gli autori hanno pubblicato questo Pinocchio a puntate, tra il 1954 e il 1955, sul giornale per ragazzi "Pioniere". Questa divertente filastrocca non vuole essere altro che una fedele traduzione in immagini e poesia del famoso racconto collodiano. Una semplice interpretazione, un omaggio a Collodi (e in alcuni versi anche un omaggio al signor Bonaventura!).
"La filastrocca di Pinocchio" è disponibile in un volume di Einaudi Ragazzi
Leggiamo insieme: La Filastrocca di Pinocchio – Capitolo 18
Qui continua, aprite l’occhio,
l’avventura di Pinocchio:
la Fatina, sempre buona,
nuovamente lo perdona.
Il monello ora si pente,
è una perla di studente
e agli esami, con onore,
lo promuove il professore.
Per premiar tanto successo
la Fatina gli ha promesso:
“Più di legno non sarai,
un vero uomo diverrai!”.
Dell’atteso avvenimento
è Pinocchio assai contento
e i compagni a festeggiare
pensa tosto d’invitare.
Tra i compagni il prediletto
è un astuto ragazzetto,
meglio noto con nomignolo
buffo invero di Lucignolo.
Ma Lucignolo, o disdetta,
il suo invito non accetta:
“Io vi lascio, cari sciocchi:
vo’ al Paese dei Balocchi!”.
“Che paese! Che abbondanza!
Tutto l’anno fai vacanza,
niente scuola né lezioni,
solo giochi ed attrazioni!”.
“Ecco il carro pel viaggio…
Tu che fai? Vieni? Coraggio!”.
Ma Pinocchio esclama: “Ohibò,
alla Fata che dirò”.
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