La formichina ribelle
C’era una volta una formichina
un poco pigra, un po’ birichina.
Essa pensò un dì di buon mattino:
“Lascio il formicaio
e mi metto in cammino.
Da mane a sera devo girare
di qua e di là per lavorare.
No no no, no no, no no
questa vita non la fo,
no no no, no no, no no,
molto presto me ne andrò.
Me ne andrò a girare il mondo
per potermi divertire
per giocare, per danzare
fino a che finisce il dì.”.
E fu così che un dì, di buon mattino,
con poche cose dentro un fagotto,
la formichina si incamminò.
“La la la, la la, la la,
vo a gustar la libertà”.
Dopo molto camminare
pensò ben di riposare
e all’ombra di una margherita
si gustò una merenda saporita.
Ma all’improvviso un forte rumore
le mise in cuore un grande terrore.
“Svelta, scappa!” disse la margherita,
“Arriva il formichiere, ne va della tua vita!”.
Tutta tremante, la sfortunata,
chiese riparo a una foglia di insalata,
che gentilmente le offrì ospitalità:
ma quanto costa la libertà!
Subito dopo, di nuovo terrore
alla poverina scoppiava il cuore:
due grosse mani strappano l’insalata
e la formichina sembra ormai spacciata.
Pensò alla mamma, pensò al papà:
“No, non mi piace la libertà!
Amica mia, aiutami a fuggire!”
chiese rivolta ad una farfallina.
“Sulle tue ali leggere mi nasconderò
e così via me ne andrò.
Da mamma e papà voglio tornare
sarò ubbidiente e saprò lavorare!”
La pigrizia nuoce assai,
e procura solo guai.