C’era un grillo in un campo di lino,
la formicuzza ne chiese un pochettino.
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Il grillo disse: “Che cosa ne vuoi fare?”
“Calze e camice, mi voglio maritare.”
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Il grillo disse: “Ti voglio sposar io.”
La formicuzza: “Ne son contenta anch’io.”
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Venne fissato il giorno delle nozze:
quattro patate e tre castagne cotte.
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Mentre gli sposi si scambiano l’anello
il grillo cadde, si ruppe il cervello.
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Sono le sei, passando per il mare
si sente dire che il grillo stava male.
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Sono le sette, passando per il porto
si sente dire che il grillo è bell’e morto.
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Sono le otto, di là dal monte Verno
si sente dire che il grillo è all’Inferno.
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Sono le nove, di là dal monte Orio
si sente dire che il grillo è in Purgatorio.
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Sono le dieci, di là dal monte Viso
si sente dire che il grillo è in Paradiso.
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Sono le undici, di là dal monte Nero
si sente dire che il fatto non è vero.
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

È mezzanotte, di là dal monte Inetto
si sente dire: “Ragazzi, andate a letto!”
La sin frun lara lilla lera, la sin frun lara lilla la.

Illustrazione di Cecilia Mistrali per Filastrocche.it

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