La guerra di Piero

Fabrizio De André (1940 - 1999) con PFM

guerra di Piero

Cantiamo insieme: La guerra di Piero di Fabrizio De André con PFM

Dormi sepolto in un campo di grano,
non è la rosa, non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi,
ma sono mille papaveri rossi.

“Lungo le sponde del mio torrente,
voglio che scendano i lucci argentati,
non più i cadaveri dei soldati,
portati in braccio dalla corrente”.

Così dicevi, ed era d’inverno,
e, come gl’altri, verso l’inferno
te ne vai triste come chi deve;
il vento ti sputa in faccia la neve.

Férmati, Piero, férmati adesso;
lascia che il vento ti passi un po’ addosso,
dei morti in battaglia ti porti la voce:
chi diede la vita ebbe in cambio una croce (1)

Ma tu non lo udisti e il tempo passava,
con le stagioni a passo di giava, (2)
ed arrivasti a passar la frontiera
in un bel giorno di primavera.

E, mentre marciavi con l’anima in spalle,
vedesti un uomo in fondo alla valle,
che aveva il tuo stesso identico umore,
ma la divisa di un altro colore.

Sparagli, Piero, sparagli ora,
e dopo un colpo sparagli ancora,
fino a che tu non lo vedrai, esangue,
cadere in terra a coprire il suo sangue.

“E se gli sparo in fronte o nel cuore,
soltanto il tempo avrà per morire,
ma il tempo a me resterà per vedere,
vedere gl’occhi di un uomo che muore”.

E, mentre gli usi questa premura,
quello si volta, ti vede e ha paura,
ed, imbracciata l’artiglieria,
non ti ricambia la cortesia.

Cadesti a terra senza un lamento,
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chieder perdono per ogni peccato.

Cadesti a terra senza un lamento,
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno.

“Ninetta mia, crepare di maggio,
ci vuole tanto, troppo coraggio.
Ninetta bella, dritto all’inferno
avrei preferito andarci in inverno”.

E, mentre il grano ti stava a sentire,
dentro alle mani stringevi il fucile,
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole.

Dormi sepolto in un campo di grano,
non è la rosa, non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi,
ma sono mille papaveri rossi.

 

(1) Chi moriva in guerra veniva insignito della Croce al merito di guerra
(2) La giava è un tipo di danza

 

Cenni sulla canzone
Canzone antimilitarista di Fabrizio De André (1940 – 1999) che vuole sottolineare il rifiuto della guerra da parte della gente comune, che è poi quella che nella guerra è più coinvolta. Gli eserciti sono fatti di persone “con lo stesso identico umore”, figli e padri di famiglia che non hanno nessuna voglia di spararsi l’uno con l’altro.
La canzone è del 1968.

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