La legenda di Alce Veloce

Ecco la fiaba che Giuseppe ha scritto per la sua piccola beatrice, 8 anni (29 marzo 2005).

Tante, tante lune fa, quando il popolo degli uomini viveva felice nella grande prateria sotto le azzurre montagne, c’era un giovane, abilissimo cacciatore, chiamato Alce Veloce. Era il più preciso a tirare con l’arco, il più abile a catturare i serpenti a sonagli per scuoiarli e adornare con le pelli le vesti.
Un giorno, mentre andava a caccia di volpi, si inoltrò in una valle sconosciuta fra i primi dirupi delle montagne azzurre. Ad un tratto, si trovò in una radura dove l’erba era più verde, il vento più forte, e, in alto, il cielo più blu. E in questa radura c’era una grande tenda, dai disegni stupendi mai visti prima.
Alce Veloce non aveva paura: si avvicinò alla tenda, sollevo la pelle ed entrò. In mezzo sedeva una donna di una bellezza mai vista, che portava una veste finissima sgargiante e la pelle di uno sconosciuto, meraviglioso serpente quale cintura.
Alce Veloce ne fu subito innamorato ma la donna lo respinse, come intimorita, e mostro la pelle di serpente dicendo: “Mi avrai in sposa solo se mi donerai una pelle come questa: è del serpente Arcobaleno, che vive al di là dei monti Azzurri”.
Alce Veloce partì subito anche se nessuno del popolo degli uomini era andato prima di allora oltre i monti azzurri, e nessuno sapeva cosa ci fosse. Tra mille pericoli e burroni sempre cercando il serpente attraversò le montagne e, alla quinta luna, vide davanti una grande distesa lucente, come infinita, più blu del cielo.
E dalla distesa blu usci il serpente guizzando nel cielo ed i suoi colori erano ben più vivi di quelli che Alce Veloce ricordava sulla cintura della donna. Subito si mise a correre, come faceva nella grande prateria con i serpenti a sonagli per acchiapparlo al collo e scuoiarlo.
Da quel giorno nessuno più ha visto Alce Veloce. Dicono Talvolta che corra ancora, ad inseguire il serpente Arcobaleno, ma il serpente non si lascia mai prendere. E nella tenda dai disegni mai visti, stupendi nella radura alle pendici delle azzurre montagne la donna aspetta ancora e aspetta sempre finche l’erba cresce, il vento soffia e, il cielo è blu.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Dove vuoi andare?