La lucciola e il serpente
Gloriana Solaro
Una sera, un serpente vanitoso
una deliziosa lucciola inseguiva
e quella, tutta spaventata,
su nel cielo, fuggiva all’impazzata.
Il fatto accadde ancora
nelle sere successive,
all’improvviso, il serpente appariva,
strisciando e sibilando più di prima.
La lucciola, spossata, tremava,
il cuoricino le batteva
per l’enorme paura che, addosso,
quel mostro le metteva.
Il beffardo serpente,
vedendola scappare,
ghignava, sghignazzava
e, tutto gongolante, si acciambellava.
La dolce luccioletta
non riusciva più a dormire,
pensava a come reagire
e a quella situazione porre fine.
Intanto, il serpentone,
che la odia così tanto
a non darle tregua continuava,
aspettandola al varco.
Bocca enorme,
sguardo bieco,
due dentoni avvelenati,
il feroce predatore le incuteva gran terrore.
La luccioletta non capiva…
lei sempre bene si era comportata,
una deliziosa creatura,
che a tutti sorrideva e salutava.
Con ferma decisione,
si prese di coraggio
e, con molta educazione,
pensò di chiedergli una spiegazione.
La sera successiva,
fu lei che lo cercò
e, a debita distanza,
sul prato gli parlò.
– Mi scusi Signor serpente,
può dirmi, per favore,
in cosa avrei sbagliato
per attirare la sua attenzione? –
– Lucciola intraprendente –
rispose il Signor serpente,
– come ti permetti di far domande a me,
che sono un re? –
Continuò il Signor serpente:
– Sciocca creatura, qui comando io
e ho preso la decisione
di mangiarti in un boccone -.
– Mi perdoni Signor serpente, non capisco…
perché mi vuol mangiare? – Quello rispose:
– Perché non sopporto
di vederti brillare…-.
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