La madre

Giusti

Presso alla culla, in dolce atto d’amore,
che intendere non può chi non è madre
tacita siede e immobile: ma il volto
nel suo vezzoso bambinel rapito,
arde, si turba e rasserena in questi
pensieri della mente inebriata:
“Teco vegliar m’e caro,
gioir, pianger con te: beata e pura
si fa l’anima mia di cura in cura:
in ogni pena un nuovo affetto imparo.
Esulta, alla materna ombra fidato,
bellissimo innocente!
Se venga il dì che amor soavemente
nel nome mio ti sciolga il labbro amato;
come l’ingenua gote e le infantili
labbra t’adorna di bellezza il fiore,
a te così nel core
affetti educherò tutti gentili.
Così piena e compita
avrò l’opra che vuol da me Natura:
sarò dell’amor tuo lieta e sicura,
come data t’avessi un’altra vita
Goder d’ogni mio bene,
d’ogni mia contentezza il ciel ti dia!
Io della vita nella dubbia via
il peso porterò delle tue pene.
Oh! re per nuovo obbietto
un dì t’affanna giovanil desio
ti risovvenga del materno affetto!
Nessun mai t’amerà dell’amor mio,
e tu nel tuo dolor solo e pensoso
ricercherai la madre, e in queste braccia
asconderai la faccia,
nel sen che mai non cangia avrai riposo.

Un commento su “La madre”

  1. Luigi Giaccardo says:

    Espressione piena di amore esclusivamente totale e sincero verso il proprio figlio. è meraviglioso !!!!!
    L’apprezzo molto, elogio per il bravissimo autore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Dove vuoi andare?