La mano

Mario Lodi

Tratta da Il soldatino del pim pum pà, Einaudi, Torino 1974

La manoLa mia mano ha cinque dita
e racconta la sua vita.

Dice il pollice,
dito ciccione:
“Io sono il padrone.
Senza di me
non infila l’ago
nemmeno il re.
E dai piccini
sono succhiato
come un gelato”.

Subito l’indice
si alza e dice:
“Io insegno la strada
al turista e al ciclista
e suono il campanello
alla porta del bidello,
alla casa del dottore,
al portone del castello.
Suono suono il campanello”.

Il medio allora dice:
“Io tengo il ditale
alla sartina
che fa la vestina
ticchete ticchete ta
ago che viene
ago che va
ticchete ticchete
ticchete ta”.

Zitti, l’anulare
sta per parlare:
“Io ho poca voglia
di lavorare
ma sono il più bello
perchè ho l’anello.
Così ornato
sono da tutti
molto ammirato”.

Alla fine
parla il più piccino
che si chiama mignolino:
“Nessuno
è più piccolo di me.
Ma se suono
il violino
scivolo sulla corda
come un ballerino.

Però…
voglio dire la verità:
la sinfonia
da solo
suonare non potrei
senza i fratelli miei”.

 

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