La mela Laurella
Se vi piace questa fiaba dovete ringraziare Rosadiporcellana (3 novembre 2015)
La mela Laurella, che in un bosco viveva e da un grande albero pendeva, fra tutte era la più bella. Tutta colorata e golosa, diventava spesso boriosa e la sorella le ripeteva furiosa: “Attenta Laurella, troppa alterezza causa tristezza” e lei rispondeva altezzosa: “Tu sei solo invidiosa”. Dondolava tutto il giorno e non si guardava mai intorno, se il vento aumentava lei si voltava, se pioveva si abbatteva e se la giornata era soleggiata si sentiva privilegiata. Le piaceva penzolare solo per farsi ammirare e tutti i complimenti le arrecavano abbagliamenti.
Una mattina però una mamma l’afferrò e alla sua bambina la portò. La povera Laurella nel cesto cadeva e in silenzio piangeva, mentre una paperella diceva: “Ora diventerà una frittella”. Arrivate a casa, la bimba esclamava: “Ma non è una cerasa!” e la mamma la rimproverava: “Non fare la brontolona, è una mela dolce e buona”. La bambina prese il frutto per mangiarselo tutto, ma la mela birichina scivolò dalla manina. Rotola rotola, finì in un’aiuola e chiese aiuto ad un pettirosso paffuto. “Stai tranquilla Laurella, sei meglio di una prunella”, le diceva l’astuto per mangiarsela compiaciuto, mentre nel suo nido la spingeva. Alla prima beccata scappò via infuriata e, rotola rotola, finì in una botola. Un topolino di passaggio la scambiò per formaggio e la portò via adagio, ma un bimbo affamato l’acchiappò rallegrato. La portò alla boccuccia, ma un verme spuntò dalla buccia e, dopo essere sobbalzato, la gettò in un campo assolato.
La mela Laurella, tra i rovi giaceva, nessuno la voleva e tra sé ripeteva: “Non sono più bella”.