La mia gatta Chicca

Guido Sperandio

La mia gatta Chicca

Leggiamo insieme: La mia gatta Chicca di Guido Sperandio

Un gatto che si rispetti ama gli uccellini.
Il suo è un amore particolare, lo stesso che noi nutriamo per i buoni cioccolatini ripieni, i bocconcini prelibati e certi dolcetti golosi e succulenti.
La mia gatta Chicca, sotto questo aspetto, sentiva per gli uccellini un affetto smisurato. All’alba, al primo trillo, drizzava un orecchio e poi l’altro. D’un balzo era alla finestra. E presa visione della situazione, saltava in giardino, incurante del rischio di atterrare rovinosamente.
La finestra infatti si trovava al primo piano.
Passava ore acquattata tra i cespugli, in agguati, la cui puntuale conclusione era il volo beffardo di un uccellino che piantava Chicca baffi all’aria.
Un giorno, un merlo, zufolando e trillando, arrivò alle sue spalle a zampettarle quasi sulla coda. Chicca, occhi socchiusi, acciambellata, lo ignorò: non fece il minimo cenno di registrarne la presenza.
Mi resi conto che con gli anni era diventata sorda.
Da allora, gli uccellini le si posano attorno, allegri e cinguettanti, come se lei fosse San Francesco. Mentre lei se ne sta lì, ignara. Finché gli occhi le si chiudono e s’addormenta.
A sognare, certamente, i bei trilli di una volta, quando gli uccellini erano uccellini, non muti… come quelli d’oggi.

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