La notte santa
Guido Gozzano
Se vi piace questa poesia ringraziate Loretta che ci ha inviato l'ultima strofa (17 marzo 2006)
Leggiamo insieme: La notte Santa di Guido Gozzano
“Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei”.
Il campanile scocca
lentamente le sei.
“Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po’ di posto per me e per Giuseppe?”.
“Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe”.
Il campanile scocca
lentamente le sette.
“Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!”.
“Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto”.
Il campanile scocca
lentamente le otto.
“O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!”.
“S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno
d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove”.
Il campanile scocca
lentamente le nove.
“Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!”.
“Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…”.
Il campanile scocca
lentamente le dieci.
“Oste di Cesarea…”. “Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame:
non amo la miscela dell’alta e bassa gente”.
Il campanile scocca
le undici lentamente.
“La neve!”. “Ecco una stalla!”. “Avrà posto per due?”.
“Che freddo!”. “Siamo a sosta”. “Ma quanta neve, quanta!”.
“Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…”.
Maria già trascolora, divinamente affranta…
Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.
È nato!
Alleluia, alleluia,
è nato il Sovrano Bambino!
La notte, che già fu sì buia,
risplende di un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaie,
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma, come i libri hanno detto
da quattro mill’anni i profeti
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
La notte, che già fu si buia,
risplende di un astro divino.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!
Alleluia! Alleluia!
Fonte dell’immagine: Illustrazione di Francesco Carnevali tratta da: “Il Campanellino” di Diego Valeri, Sei (Torino, 1928).
Tratte dal n 53 del 31 dicembre 1961 del Corriere dei Piccoli
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Desidero veramente ringraziare Loretta! Ma il poema TUTTO mi piace enormemente: “Consolati Maria del tuo pellegrinare…..” imparata da adolescente a scuola a TRENTO, ed…..ora mi commuove trovarla qui tutta intiera. MILLE GRAZIE.