La Primavera e l’Inverno

Se vi piace questa fiaba, dovete ringraziare Zia Mariù (10 febbraio 2013).

Un giorno il signor Inverno allo scadere del suo mandato stagionale, si trovò faccia a faccia con la giovane Primavera e con quella sua aria da professorone prese a dirle: “Carissima, tu non sai essere abbastanza decisa e convincente. Quando giunge il tuo periodo annuale, le persone e gli animali ne approfittano per fuggire dalle loro case e dalle loro tane e si riversano in quei prati che tu, con le tue innate doti e con tanta premura, hai provveduto a far fiorire e profumare. Questa gente strappa i giovani virgulti, calpesta senza ritegno e pietà l’erba e sfrutta ogni pizzico di quel sole caldo che ravviva e acceca coi suoi riflessi. Eppoi i tuoi frutti vengono senza misura tinti di colori tenui e … raccolti e …divorati e infine, con la confusione che tutti fanno, non ti permettono neppure di riposare in santa pace. Invece io lo vedi, cara amica mia, incuto timore e rispetto con le mie nebbie, il freddo e il gelo. La gente si rintana in casa e non esce quasi mai per paura del ghiaccio dispettoso, delle piogge insistenti e delle mie folate di vento che mi rallegrano tanto e così, mi lascia riposare tranquillo!”.

La dolce Primavera, colpita da quelle parole, gli rispose investendolo di gemme: “Il mio arrivo è desiderato da tutti e le persone mi amano. Tu sai immaginare cosa significhi essere tanto desiderati e amati? E’ una sensazione straordinaria che non potrai mai provare perché con il tuo freddo anche i cuori più caldi si raggelano”. L’inverno non rispose e ammutolito da tale affermazione, si fermò a riflettere e si chiese: “Chissà cosa si prova ad essere ammirati ed amati dagli altri, mmmmm …potrebbe anche essere una bella sensazione!”.

Favola di Esopo riadattata da Zia Mariù

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