Tabelline: Filastrocche per impararle tutte!
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La scuola da ingrandire
C’era una volta, un piccolo villaggio di montagna. Dovete sapere che anche se era piccolo c’erano tanti e tanti bambini che scorazzavano nei prati. Negli ultimi anni la cicogna ne aveva lasciati tanti sui comignoli delle case. E ora i bambini non ci stavano più nella scuola del paese.
Quando suonava la campanella i bimbi facevano a gara per entrare dal portone, per correre in classe, accaparrarsi una sedia e un banco. Erano così tanti stipati e compressi nelle aule che i bambini che sedevano in fondo alla stanza dovevano alzarsi in piedi per vedere la lavagna.
“Non è possibile continuare così – disse Samuele – Siamo in troppi e la scuola è troppo piccola!”
“Sìiiii – risposero in coro i bambini – Hai ragione! Ci vuole una nuova scuola!”
“Una nuova scuola? – chiese Valerio – Ma è impossibile! Non ci sono i soldi per farne una nuova, chi la pagherà?”
“E allora costruiamola noi, no? Che ci vuole? Due mattoni e via!” disse Samuele.
“Ma chi è capace di farlo? – chiese di nuovo Valerio – Tu? Sei geometra, ingegnere, muratore a architetto?”
Ovviamente Samuele rispose di no: “E allora come si fa? Qualcosa bisognerà pur fare? No?”
Ed ecco l’idea geniale: “Ingrandiamo questa!” disse Giulio, il bambino più grande della scuola.
“E come? Diccelo tu che sei il maggiore di noi e ha i studiato più di tutti!” dissero i bambini.
“E’ semplice! Non dicono tutti che nelle cose bisogna mettere un po’ di buona volontà? Se c’è quella si riesce a far tutto, no? E allora mettiamocene un sacco” disse ancora Giulio.
“D’accordo, ma come ingrandiamo la scuola?”
“Facciano un passo avanti i bambini più grandi e robusti della scuola! Andate in bagno, prendete il sapone e passatelo sui muri. Il sapone non rende scivolose le cose?”
“Sì e allora? Ma cosa vuoi fare? Non capiamo”.
“Spingeremo i muri della scuola fino a spostarli! E il sapone ci renderà più facile la cosa, no?”
“Bravo, bella idea, proviamo subito!” dissero gli scolari.
Così i bambini andarono nel giardino della scuola, si tolsero i grembiuli e li appoggiarono sul cancello. Rientrarono nell’edificio e tutti in fila lungo le pareti cominciarono a spingere i muri.
“Dai forza, su!”
“Ufff, che fatica!”
E spingi tu che spingi io, dopo due ore i bambini erano tutti sudati e rossi come dei peperoni.
“Basta Giulio, abbiamo spinto abbastanza no?”.
“Dai ancora 5 minuti. Forza, forza!” disse Giulio.
Nel frattempo, fuori dalla scuola, i bambini del paese vicino stavano tornando da una gita e videro tutti quei bei grembiuli appesi al cancello e decisero i fare uno scherzo ai loro coetanei. Li presero e li portarono via, non ne lasciarono nemmeno uno.
“Basta, abbiamo finito – disse Giulio – Andiamo fuori a vedere di quanto siamo riusciti ad ingrandire ed allargare la scuola”.
Uscirono e rimasero tutti a bocca aperta: “Ma com’è grande adesso! – disse Valerio – Siamo andati oltre il giardino della scuola, non si vedono più nemmeno i nostri grembiuli!”.
“L’abbiamo ingrandita fin troppo – disse Samuele – Che bravi che siamo stati!”.
Secondo voi sono stati bravi? L’illusione di essere riusciti ad ingrandire la scuola con la forza delle braccia e il sapone durò poco. Si accorsero presto che i grembiuli erano spariti:
“Abbiamo perso i grembiuli, ma non importa, l’importante è che abbiamo ingrandito la scuola”.
Il giorno dopo però si accorsero che la scuola era sempre la stessa: stretta e piccola. Però si erano divertiti un sacco a lavorare insieme!