La storia del cattivo Federigo

Heinrich Hoffmann (1809-1894) - Tratta dall'Edizione Italiana di Struwwelpeter - Nelle traduzioni di Gaetano Negri e Maria Luisa Heinz-Mazzoni

Se vi piace questa filastrocca, dovete ringraziare Riccardo, che la recita sempre ai suoi tre cuccioli (19 giugno 2000), .

storia del cattivo Federigo

Leggiamo insieme: La storia del cattivo Federigo di Heinrich Hoffmann

Nella traduzione di Gaetano Negri (1882)

Vo’ narrarvi un gran castigo
Ch’é toccato a Federigo.
Delle bestie il patimento
Era a lui divertimento.

Alle mosche quel monello
Appressavasi bel bello,
Se posar vedeale chete
Sulla candida parete.

Zaf! la mano egli serrava,
E le incaute imprigionava.
Poi le alucce dell’insetto
Via strappava per diletto.

Con in mano lo sgabellino
Un di’ uccise il canarino.
Inseguiva come un matto
La gallina, il cane, il gatto,
Ed un giorno quel feroce,
Spenta in lui del cor la voce,
Quasi crederlo non lice,
Bastonò la sua nutrice!!

Stava un cane a una sorgente
E beveva avidamente.
Gli s’appressa il birichino
E, col piede e col frustino,
Lo percote. Il can guaisce,
Egli i colpi ribadisce,
Finché il cane a lui s’avventa
Ed il pié ch’é alzato addenta.

Federigo piange ed urla,
Ed il can gli fa una burla.
Lascia libero il nemico,
Spicca un salto, e, in men che dico,
Il frustin ch’è al suol cascato
Piglia in bocca, e difilato
Via sen corre il vincitore
Del crudel persecutore.

Giunto a casa, il morsicato
Tosto a letto fu mandato,
Ché la gamba gli doleva
Sì che, notte e dì, gemeva.

Il dottor con grave piglio
Stava al piè del suo giaciglio.
E un’amara medicina
Gli versava ogni mattina.

Sul sedil del birichino
Siede a tavola il mastino,
Ed al posto del ferito,
Mangia il pranzo già allestito.

Il frustin con sè ha portato,
Sul sedile l’ha posato,
E lo tiene con gran cura
Ricordando l’avventura!

 

Nella traduzione di Maria Luisa Heinz-Mazzoni (1983)

Federico, quel tipaccio,
era un vero monellaccio!
Mosche in casa catturava
cui le ali poi strappava.
Sedie a pezzi, uccelli a morte,
sassi ai gatti: era il suo forte.
Che perfidia smisurata:
dava botte alla sua Tata!

Stava un cane ad una fonte
e beveva a bassa fronte.
Quatto venne da nemico
con la frusta Federico:
sopra il cane che guaiva
crudelmente egli infieriva,
quando il cane, ahimé, lo morse
alla gamba: il sangue scorse.
Il cattivo Federico
pianse come non ti dico.
Scappò a casa il cane in fretta
con la frusta in bocca stretta.

Giace a letto quel feroce
Federico: il male è atroce.
Sta il dottore al capezzale
con l’amar medicinale.

Siete il cane ora al suo posto,
la gran torta mangia tosto,
mangia pure il salamino
e se ha sete beve il vino.
Ha la frusta lì d’appresso:
la terrà ben d’occhio adesso.

 

Per leggere La storia del cattivo Federigo in altre lingue

 

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