La storia del Moretto

Heinrich Hoffmann (1809-1894) - Tratta dall'Edizione Italiana di Struwwelpeter - Nelle traduzioni di Gaetano Negri e Maria Luisa Heinz-Mazzoni

storia del Moretto

Leggiamo insieme: La storia del Moretto di Heinrich Hoffmann

Nella traduzione di Gaetano Negri (1882)

Più nero della pece e del carbone
Passeggia un bel moretto sul bastione,
E si ripara, con l’ombrello rosso,
Dal sole ardente che l’avea percosso.
Ed ecco correr verso lui con fretta
Gigino che ha in sua man la bandieretta,
E Gaspare lo segue assai dappresso
Spingendo il cerchio e saltellando anch’esso.
Poi vien Guglielmo dalla gamba snella
Brandendo nella mano una ciambella.
E gridan tutti e tre: “Ma questo è un mostro
Che è tinto col carbone o con l’inchiostro”.

Ma il maestro Nicolò
Vide il caso e s’indignò.
Preso il grande calamaio,
Uscì e disse: “A questo guaio
Io porrò rimedio e tosto.
O fanciulli, al vostro posto!
Non seccate quel moretto.
Ma che colpa ha il poveretto,
Se la pelle scura, scura
Ei sortì dalla natura?”.

Ma nessun si dà pensiero
Del rimprovero severo,
E persiste quel terzetto
A deridere il moretto,
E al maestro Nicolò,
Che stupito li guardò,
E terribile divenne
Essi gridano: “Vattenne!”.

Allor disse Nicolò:
“Ben pentire io vi farò!”.
E distese i suoi braccioni
E raggiunse i tre burloni,
Gasparino con Gigino
E Guglielmo il birichino.
Dei due primi egli fa un paio
Da tuffar nel calamaio.

E a Guglielmo spaventato,
Che, sentendosi acchiappato,
Grida: “Aiuto, al foco, al foco!”.
“Ti diverte questo gioco?”.
Chiede il grande Nicolò,
E con gli altri lo tuffò!
Quando poi li trasse fuore
Tutti e tre metteano orrore.

Oh, come neri diventar costoro,
Assai più neri del leggiadro moro!
Il moro se ne va con l’ombrellino
E i tre monelli il seguon da vicino.
Se non fossero stati sì sventati
Il gran maestro non li avria tuffati
Del calamaio nell’immondo bagno.
Hanno fatto davvero un bel guadagno!

 

Nella traduzione di Maria Luisa Heinz-Mazzoni (1983)

Fuori porta il suo giretto
sta facendo un bel negretto.
Picchia il sole sul cervello,
quindi lui apre l’ombrello.
Ecco Gigi lì diretto
sbandierando il gagliardetto.
Ecco Gaspare spedito
col panino preferito,
e Guglielmo, non da meno,
lì col cerchio è in un baleno.
Se la ridono sprezzanti
quando il moro hanno davanti:
sembra inchiostro a quei birbanti!

Giunge austero nel suo saio
Nicolò col calamaio.
Dice: “Bimbi, ora ascoltate,
il negretto non beffate!
Non ha colpe per davvero:
uno è bianco, l’altro è nero!”.
Quelli al saggio fan linguaccia,
e gli ridono anche in faccia,
e ancor più ridono in coro
a quel buon ragazzo moro.

Nicoló or s’è infuriato,
come vedi disegnato:
pronto afferra quei monelli
per la testa ed i fondelli.
Gigi e l’altro ha nella stretta,
mentre Gaspare sgambetta.
Giù li immerge nell’inchiostro:
“Ben vi spetta! Il torto è vostro!”.
Procurato gli ha un bel guaio
Nicoló col calamaio

Guarda qui nel tuo libretto:
son più neri del negretto!
Passa il moro al sol d’agosto,
dietro i tre color d’inchiostro.
Han voluto rider tanto?
Tinti furono d’incanto.

 

Per leggere La storia del Moretto in altre lingue

 

Per leggere le altre filastrocche tratte dal libro Pierino Porcospino di Heinrich Hoffmann

 

 

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