La storia di Boffin Boffetta

La storia di Boffin Boffetta
C’era una volta un ragazzo, né savio né matto, che correva sempre in fretta. Un giorno, per correr sempre in fretta, perse la sua berretta. E allora piangeva, piangeva e domandava se qualcuno l’avesse vista, ma tutti gli rispondevano di no.
Finalmente vide una vecchina con il capo chino e le domandò: “Vecchina, vecchina, avete per caso visto la mia berretta?”. Lei gli rispose: “Sì! Ce l’ho io” e Boffin Boffetta le disse: “Datemela, dunque, se l’avete voi” e la vecchina: “Prima datemi un pezzo di pane”. E Boffin Boffetta corse dal fornaio. “Fornaio, fornaio, datemi un pezzo di pane che lo porterò alla vecchina che mi ridarà la berretta”. “No, prima dovete darmi un pugno di farina”. E Boffin Boffetta corse e andò dal mugnaio. “Mugnaio, mugnaio, datemi un pugno di farina: la farina la porterò al fornaio che mi darà il pane, il pane lo porterò alla vecchina che mi ridarà la mia berretta”. “No, prima mi devi dare un pugno di grano”. E Boffin Boffetta corse e se ne andò dal campo. – “Campo, campo dammi un pugno di grano. Il grano lo porterò al mugnaio che mi darà la farina, la farina la porterò al mugnaio che mi darà il pane, il pane lo porterò alla vecchina che mi ridarà la mia berretta”. “No prima mi devi dare l’ingrasso”. E Boffin Boffetta corse e andò dal Consorzio. “Consorzio, Consorzio, dammi l’ingrasso. L’ingrasso lo porterò al campo che mi darà il grano, il grano lo porterò al mugnaio che mi darà la farina, la farina la porterò al mugnaio che mi darà il pane, il pane lo porterò alla vecchina che mi ridarà la mia berretta”. “No, prima mi devi dare un po’ di acqua”. E Boffin Boffetta corse e se ne andò dalla fontana. – “Fontana, fontana dammi un po’ di acqua, l’acqua la porterò al consorzio che mi darà l’ingrasso, l’ingrasso lo porterò al campo che mi darà il grano, il grano lo porterò al mugnaio che mi darà la farina, la farina la porterò al fornaio che mi darà il pane, il pane lo porterò alla vecchina che mi ridarà la mia berretta”. “No, prima devi farmi aggiustare da Mastro Antonio”. Boffin Boffetta corse e se ne andò da Mastro Antonio. “Mastro Antonio, Mastro Antonio, aggiustami la fontana. La fontana mi darà l’acqua e la porterò al Consorzio, il Consorzio mi darà l’ingrasso, l’ingrasso lo porterò al campo che mi darà il grano, il grano lo porterò al mugnaio che mi darà la farina, la farina la porterò al fornaio che mi darà il pane, il pane lo porterò alla vecchina che mi ridarà la mia berretta”. “No, prima mi devi dare un po’ di sugna”. E Boffin Boffetta corse e se ne andò dal porcellino. “Porcellino, porcellino, dammi un po’ di sugna. La sugna la porterò a Mastro Antonio che aggiusterà la fontana. La fontana mi darà l’acqua e la porterò al Consorzio, il Consorzio mi darà l’ingrasso, l’ingrasso lo porterò al campo che mi darà il grano, il grano lo porterò al mugnaio che mi darà la farina, la farina la porterò al fornaio che mi darà il pane, il pane lo porterò alla vecchina che mi ridarà la mia berretta”. “No, prima mi devi dare le ghiande”. E Boffin Boffetta corse e se ne andò dalla quercia. “Quercia, quercia, dammi le ghiande. Le ghiande le porterò al porcellino che mi darà la sugna, la sugna la porterò a Mastro Antonio che aggiusterà la fontana. La fontana mi darà l’acqua e la porterò al consorzio, il consorzio mi darà l’ingrasso, l’ingrasso lo porterò al campo che mi darà il grano, il grano lo porterò al mugnaio che mi darà la farina, la farina la porterò al fornaio che mi darà il pane, il pane lo porterò alla vecchina che mi ridarà la mia berretta”. “No, prima devi portarmi un po’ di vento”. E Boffin Boffetta corse e se ne andò dal Monte Cimone. “Monte Cimone, Monte Cimone dammi un po’ di vento. Il vento lo porterò alla quercia che mi darà le ghiande, le ghiande le porterò ai porcellino che mi darà la sugna, la sugna la porterò a Mastro Antonio che aggiusterà la fontana. La fontana mi darà l’acqua e la porterò al consorzio, il consorzio mi darà l’ingrasso, l’ingrasso lo porterò al campo che mi darà il grano, il grano lo porterò al mugnaio che mi darà la farina, la farina la porterò al fornaio che mi darà il pane, il pane lo porterò alla vecchina che mi ridarà la mia berretta”. E il Monte Cimone gli disse: “Prendine quanto ne vuoi!”. E così: il Monte Cimone diede il vento alla quercia, la quercia diede le ghiande al porcellino, il porcellino diede la sugna a Mastro Antonio, Mastro Antonio aggiustò la fontana, la fontana diede l’acqua al consorzio, il consorzio diede l’ingrasso al campo, il campo diede il grano al mugnaio, il mugnaio diede la farina al fornaio, il fornaio diede il pane alla vecchina e Boffin Boffetta che correva sempre in fretta riebbe finalmente la sua berretta.

Un commento su “La storia di Boffin Boffetta”

  1. GIACOMO PAPARIELLO says:

    Ci sono errori grammaticali: è sbagliato dire “se ne andò dal porcellino” come pure “se ne andò dal campo” ecc., ma si deve dire “andò dal porcellino” e “andò dal campo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Dove vuoi andare?