La vecchietta di Tor di Civetta
Antonio Rubino
Se vi piace questa filastrocca, dovete ringraziare Peter e Mady. Ricostruita anche grazie all'aiuto di Mariela (1 giugno 2005).
Nel paese di Tor di Civetta
abitava una certa vecchietta,
una vecchia magrissima e strana
che pareva l’antica Befana.
Quando uscia dalla sua catapecchia
preceduta dal gatto suo nero
con un lungo bastone la vecchia
la misura battea sul sentiero.
A quel suono, lasciando i trastulli,
se la davano a gambe i fanciulli;
si sentia di bottega in bottega,
sussurrare: “La Strega… la Strega!”
Tutti quanti segnavano a dito
la vecchietta dal goffo vestito.
E la vecchia impassibile andava
lungo i muri con aria modesta
e se “strega” qualcun la chiamava
accennava di no con la testa.
La Mammina oggi ha detto al suo Piero:
“O la smetti di farmi arrabbiare,
o la vecchia vestita di nero,
ti verrà questa sera a pigliare”.
Sta Pierino giocando in piazzetta
verso sera con Pippo e con Carlo
quando vede spuntar la cuffietta
della vecchia che viene a pigliarlo.
Piero, preso da grande spavento,
vuol fuggire, ma cade bocconi:
“Cara strega” egli grida “Mi pento!
Per pietà Strega mia, mi perdoni!”
La Vecchietta gli viene in aiuto,
lo solleva e l’affanno gli scema,
carezzandogli il capo ricciuto
con la mano che trema… che trema:
“Non temere, mio caro Piccino,
non temer ch’io ti porti con me!
Su! Pulisci il tuo bel vestitino,
ho un confetto al rosolio per te!
Tu somigli ad un mio nipotino
che ho perduto or son quindici anni!
Da quel dì non mi ha dato il destino
che tristezze, dolori ed affanni!
Pensieroso, succhiando il confetto,
torna Piero alla mamma e le dice:
“Ho incontrato la strega e mi ha detto
che cattiva non è, ma infelice”.
Da quel giorno la strana vecchietta
il paese attraversa su e giù
e la gente il suo gatto rispetta
ed i bimbi non fuggono più!