La vite

Giovanni Pascoli

Tratta da Canti di Castelvecchio

La viteLeggiamo insieme: La vite di Giovanni Pascoli

Or che il cucco forse è vicino,
mentre i peschi mettono il fiore,
cammino, e mi pende all’uncino
la spada dell’agricoltore.

Il pennato porto, ché odo
già la prima voce del cucco…
cu… cu… io rispondo a suo modo:
mi dice ch’io cucchi, e sì, cucco.

Sì, ti cucco, vite, ché sento
già nel sole stridere l’api:
ti taglio ogni vecchio sarmento,
ti lascio tre occhi e due capi.

O che piangi, vite gentile,
perché al vento stai nuda nata?
Se anch’io tra i fioretti d’aprile
sembravo una vite tagliata!

Piangi quello che ti si toglie?
Ma ti cucco, taglio ed accollo,
perché, quando cadon le foglie,
tu abbia un tuo qualche grispollo!

O mia vite… no, o mia vita,
così torta meglio riscoppi!
E poi… com’è buono, alle dita,
l’odore di gemme di pioppi!

E parlare, ritto su loro,
col venuto di là dal mare,
chiedendogli, in mezzo al lavoro,
quant’anni si deve campare!

 

Poesie di Giovanni Pascoli
Per altre Poesie di Giovanni Pascoli, clicca qui!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Dove vuoi andare?