La volpe e la gallina
Mamma Orsetta manda questa filastrocca (18 gennaio 2002).
Una gallina il cui nome non so,
un brutto giorno una volpe incontro’
che con un balzo veloce e scattante
l’addento’ senza indugiare un istante.
“Ora sta buona. non fare schiamazzi,
tanto lo sai che bisogna t’ammazzi.
Quindi sta’ zitta, non spettegolare;
fammi il piacer di lasciarti mangiare
in santa pace che’ sono digiuna.
Io non mangio un boccone dall’una.””
“Io? io non parlo. Non faccio parola!
Mica son pazza. Mi faccio ammazzare
senza neppure un istante tentare
d’uscire fuori dalla tua casseruola.
Solo pero’ che morire cosi’
non e’ piacevole, mi puoi capire.
Percio’ ti prego, dimmi di si’,
un desiderio lo devi esaudire.”
“Un desiderio? che storia e’ mai questa?
che stupidaggini sono? che fole?
Aspetta sol che ti faccia la festa.
Ah, non immagini, con le tue parole!”
“Ma sii gentile!”, le fece il pennuto.
“A te che costa? via, fammi un favore,
mi piacerebbe soltanto un minuto
che tu cantassi per me “il trovatore”.
Solo un pezzetto. Hai una voce, mia cara,
da fare invidia al piu’ bravo tenore.
Non te l’han detto? una voce ch’e’ rara,
un dono d’arte che invero fa onore”.
“dici sul serio? se e’ proprio cosi’,
beh, non mi resta che dire di si’”,
fece la volpe e si mise a cantare.
Ma ancora adesso la senti ululare
che’ la gallina di bocca sfuggita
cosi’ con l’astuzia ebbe salva la vita.