La zucca e la lucciola

Paolo Di Censi

La zucca e la lucciola

Questa è la storia di un’amicizia di cui pochi sanno e che a ottobre torna ogni anno a illuminarci gli occhi e il cuore. La storia di una zucca e di una lucciola, delle foglie che cadono e di un merlo scultore.

 

C’era una volta in un campo lontano,
dove d’estate cresceva alto il grano,
una zucca rotonda, grassoccia e panciuta
che placida a terra se ne stava seduta.
Arancio la buccia, quasi fosse dipinta
le foglie di un verde tra il salvia e la menta,
in testa portava persino un cappello,
un giallo picciolo che calzava a pennello.

Fresca era l’aria e il cielo sereno
ottobre era giunto già in un baleno,
le foglie degli alberi sembravano fiori:
dipinte di mille e mille colori.
Lì giù tutto solo se ne stava in disparte
un piccolo insetto con il lampeggiante,
volava spaesato ed infreddolito
tremava e dal vento sembrava impaurito.
La zucca beata se ne stava lì al sole
quando all’improvviso sentì quel rumore
non un fruscio, ma quasi un lamento,
eppure non era il rumore del vento!

Guardò un po’ più in là con sguardo più attento
e vide un puntino che volava a stento.
Curiosa la zucca gli chiese d’un tratto
“Ciao piccoletto! Per caso sei stanco?”
“Ho freddo e le ali mi reggono appena.
e in più il sole scende ed arriva la sera”
“Che fai tutto solo? L’estate è finita
qui siamo in autunno, la strada hai smarrita?
“Volevo vedere di ottobre i colori
le foglie che cadono che sembrano fiori!
In tanti mi han detto che il cielo persino
si tinge di oro e di rosso rubino!”.

La zucca commossa da quell’insettino
decise di chiedere aiuto a un vicino,
un merlo dal becco colore del sole
che stava su un albero fischiando parole.
“Ehi Bruno!” – gli disse la zucca –
“mi serve un favore
potresti scavare vicino al mio cuore?
Magari due occhi e un accenno di bocca…”.
Il merlo, sorpreso, obbedì a quella zucca,
in pochi minuti, Bruno scultore
scavò nell’arancio arrivando al suo cuore,
le fece due occhi come due finestre,
un naso accennato e un sorriso da feste.

La zucca a quel punto disse al piccolo insetto:
“Su, cosa aspetti, vien qui piccoletto!”

La lucciola stanca ed infreddolita
rimase sorpresa e un po’ sbalordita
entrò in quel riparo dalla zucca offerto
trovando calore e un po’ di conforto.

“Grazie di cuore” – la lucciola disse
“Guarda le nuvole… sono già rosse”.

Guardò finalmente attraverso i suoi occhi
come due finestre affacciate sui boschi
il giallo ed il rosso e i colori del sole
tingevano il cielo di un caldo rossore
le foglie volavano portate dal vento
e il freddo oramai era solo un ricordo…

Il buio calava di già su ogni cosa
e la lucciola ormai aveva una casa,
da quel giorno si narra che in autunno ogni zucca
si faccia riparo per una lucciola stanca
che in cambio di questo suo pegno d’amore
le illumina gli occhi, il sorriso… ed il cuore.

E ora ascoltiamo insieme:

 

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