L’arca di Noè
Marina Zaoli
Noè progettò e costruì la sua barca,
che tanto era grande che si chiamò arca
e quando la pioggia iniziò a scender giù
di ogni genere un solo animal portò su.
Saliron le pecore insieme agli agnelli,
saliron le mucche coi buoi e i vitelli
e galli e galline con tutti i pulcini,
e fagiani e tortore e poi i canarini,
ed i conigli coi lor coniglietti,
api, formiche e tanti altri insetti,
ed i somari, le zebre e le gru,
e poi gazzelle, elefanti e gli gnu,
e pappagalli ed aironi e gabbiani,
e tartarughe, rane e pellicani,
e cani e gatti, topi e coccodrilli,
canguri e panda, koala e mandrilli.
E poi saliron cavalli e cammelli,
aquile e gufi con tanti altri uccelli,
e poi serpenti, pinguini, orsi e foche,
ed i maiali con anatre e oche,
e quando più non rimase nessuno
e tutti furon presenti al raduno,
Noè con calma l’appello finì
e l’arca sciolse gli ormeggi e partì,
e poco dopo iniziò a navigare
perché la pioggia sembrava già un mare.
E piovve, piovve, da mattina a sera,
la punizione fu certo severa,
e piovve piovve da sera a mattina,
e la speranza si fece piccina
di poter presto il sol rivedere,
noia e paura mettendo a tacere,
perché non piovve di certo un sol giorno,
ma mesi e mesi ed il mondo all’intorno,
a un certo punto sott’acqua sparì,
e solo l’arca rimase ancor lì.
Ma poi la pioggia un bel giorno cessò
e agli abitanti dell’arca tornò
la gioia in cuore di poter trovare
un mondo asciutto sul quale abitare,
perché eran stanchi di avere ogni giorno
soltanto acqua dovunque lì intorno,
sognavan l’erba con gli alberi e i prati,
e poi la terra in cui erano nati.
Ma molto piano il sole asciugò
tutta quell’acqua che ancora restò
per tanto tempo a ricoprire tutto
e ogni pensiero fu sempre più brutto!
Noè disperato un corvo chiamò,
a cercare la terra allor lo mandò,
ma dopo giorni di attesa infinita
il corvo disse che niente era in vita:
tutto era ancora dall’acqua sommerso
e ogni pensiero di scendere perso.
Così altri giorni passarono uguali
senza poter ritrovare segnali
che qualche cosa ormai fosse cambiato,
ed espiato fosse ogni peccato.
Poi finalmente volò una colomba
ed appoggiarsi potè su una sponda
di terra, che era tornata all’asciutto,
capendo che in salvo adesso era tutto,
e con nel becco un rametto d’ulivo
diede l’annuncio che il mondo era vivo.
Allora tutti discesero a terra
e promettendo di non far più guerra
ripopolarono un mondo incapace …
purtroppo ancora di vivere in pace!