L’argilla e i canguri giganti

Ecco la favola australiana di Maria Vittoria (27 febbraio 2004).

Tanto, tanto tempo fa, in Australia, gli Aborigeni della tribù dei Wiradjuri non conoscevano il fuoco e quindi non cuocevano i loro cibi, anzi, non avevano nemmeno l’idea che si potesse mangiare diversamente da come facevano sempre, ossia mangiare i cibi crudi.
Era il tempo in cui in quella parte di Australia vivevano dei canguri giganteschi: si dice che raggiungessero addirittura i 3 metri di altezza, più alti di una parete delle nostre stanze!
I canguri non erano carnivori e non avrebbero rappresentato una minaccia per gli uomini, se solo non avessero avuto un carattere solitario. A loro non piaceva avere uomini tra… le zampe. Poteva così succedere che, per liberarsene, li attaccassero e, poiché erano così giganteschi e pesanti, poteva capitare che le persone finissero addirittura per morire sotto i colpi delle loro zampe.
Tutti temevano i canguri, però quello era anche il loro territorio e non volevano allontanarsene. Di conseguenza gli uomini vivevano nel terrore di scontrarsi con qualche canguro e di avere la peggio.
In quella tribù viveva un giovane coraggioso di nome Wirroowaa che un giorno si decise a chiedere l’aiuto del potente dio Byamee.
Byamee ascoltò la sua richiesta di aiuto nei confronti dei pericolosi canguri, e rispose che l’avrebbe aiutato, se però il giovane era disposto a dimostrargli il proprio coraggio, facendo in suo onore una danza dopo essersi ricoperto di argilla bianca.
Ma che bisogno c’è di coraggio per danzare dipinti di bianco, vi starete certo domandando!
C’era sì bisogno di coraggio, e anche di tanto coraggio, se pensate che l’argilla bianca SI TROVAVA PROPRIO NEL TERRITORIO DEI CANGURI!
Ma Wirroowaa era un uomo coraggioso e acconsentì.
Prima di avventurarsi nel territorio dei canguri giganti, si cosparse tutto il corpo di grasso di goanna, l’iguana, un animale di assomiglia ad un grossa lucertola e che è molto diffusa in Australia. Se la vedessimo qui da noi ci spaventeremmo molto, ma, per Wirroowaa, goanna era un animale molto comune.
Poi, il giovane si rotolò nella sabbia fine che ricopriva il suolo e alla fine chi l’avesse veduto l’avrebbe preso per un pezzo di vegetazione dal colore indistinto tra il marrone e il grigio: con questo travestimento intendeva mimetizzarsi tra gli arbusti.
E infatti la cosa funzionò: i canguri non si accorsero nemmeno che un uomo si era intrufolato tra di loro e si era messo a raccogliere argilla da terra.
Wirroowaa ne prese quanta ne poteva portare e rapidamente, anche se a passi lenti per non insospettire i canguri, ritornò al suo accampamento.
Dopo essersi cosparso tutto il corpo di argilla, andò in cima al monte più vicino e cominciò a fare la sua danza in onore di Byamee.
Questi fu molto soddisfatto per il coraggio del giovane e per prima cosa benedì l’argilla, che da quel momento fu sacra per tutti gli Aborigeni australiani.
E poi Byamee fece in modo che due bastoncini, toccandosi con le rispettive punte, si incendiassero e subito le fiamme si estesero ad un mucchietto di spiniflex, che sono i cespuglietti di erba dura del deserto australiano.
I canguri si spaventarono e fuggirono via e da allora nessuno li vide più.
La gente della tribù, passato il primo stupore, capì quanto poteva essere utile il fuoco: per allontanare gli animali pericolosi, per ripulire periodicamente il territorio dall’erba secca e soprattutto per cuocere i cibi.
Da allora gli Aborigeni non mangiarono più i cibi crudi e, quando volevano danzare in onore del dio Byamee, si disegnavano il corpo con la sacra ARGILLA BIANCA.
…E ancor oggi lo fanno, durante i corroboree, che sono le loro cerimonie sacre…

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