L’astronave prigioniera

Stefano Bordiglioni

Enzo e Paolo catturano mosche in giardino e le mettono in un grande vaso di vetro rovesciato su un tavolino di legno. Vogliono insegnare loro a stare in equilibrio su una palla e a saltare in un cerchio di fuoco, proprio come fanno gli animali ammaestrati del circo.
Infatti i due bambini sognano di diventare due grandi domatori di leoni. Intanto però, dato che sono bambini giudiziosi e prudenti, cominciano con le mosche: sanno bene che in queste cose non bisogna fare il passo più lungo della gamba.
Otto mosche sono già prigioniere nella gabbia trasparente: volano da una parte all’altra senza riuscire a trovare una via d’uscita. Il loro ronzio si sente anche attraverso il vetro.
Improvvisamente Paolo dice : “Ehi! Ne ho presa una enorme! Senti come ronza!”. Poi solleva il bordo del vaso e spinge dentro il grosso insetto. Questo si posa con un voletto sulla tavola, proprio al centro della prigione di vetro.
Enzo corre a guardare: “Ma che razza di mosca è?” chiede incuriosito.
In effetti la mosca di Paolo non è proprio come tutte le altre: è tonda, viola, con finestrine rosa sui lati, una antenna gialla storta e tre zampette di metallo che la tengono in piedi.
“Sembra una piccola astronave…” dice Paolo perplesso.
Infatti quella è una piccola astronave! Si apre un portello e si affaccia un esserino che li guarda male: è giallo come un limone maturo, ha il naso a proboscide, tre occhi e un piccolo becco al posto della bocca.
è molto diverso da loro, ma i due bambini capiscono subito che è arrabbiato. Infatti il piccolo spaziale scende agilmente dalla sua astronave e agita frenetico le braccia; dal becco-bocca escono suoni strani e poco amichevoli. Ora salta con le corte zampette sul tetto dell’astronave e, sempre più arrabbiato, indica l’antenna ai due bambini che intanto si sono avvicinati al vaso di vetro per vedere meglio.
“Forse vuole che ripariamo l’antenna” dice Enzo tranquillamente.
Paolo però è nervoso: “Io ho paura, Enzo, scappiamo via!”.
I due bambini non fanno in tempo a scappare: da una tasca il minuscolo spaziale prende un martello altrettanto piccolo e con due botte decise sistema l’antenna. Poi pigola ancora qualcosa in direzione dei bambini, mostra loro minacciosamente il martellino e risale nella sua astronave.
Un attimo dopo questa vibra e parte come un razzo: rimbalza quattro o cinque volte contro il vetro del vaso, poi lo sfonda e vola via verso il cielo.
Anche le mosche prigioniere volano via felici.
Enzo e Paolo sono stupiti : “E ora che cosa facciamo?” chiede Paolo.
Enzo ci pensa per un lungo momento e poi risponde: “Ora smettiamo di dare la caccia alle mosche: è troppo pericoloso !”.

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