Lavaggio interno
Se vi piace questa poesia dovete ringraziare Simona71 (8 aprile 2020)
Seduto in un cantuccio sul cuscino colorato,
assorto nei pensieri mi sembri preoccupato,
piano mi avvicino e cerco di capire,
dov’è che hai la testa, cos’è che non vuoi dire.
“Mamma sono triste e non so perché
vorrei piangere forte anche se ci sei te.”
Poi continui tutto preoccupato
“Mi spieghi mamma perché so di salato?
E dimmi come mai mi sento così strano!
mamma non dire niente
… adesso ci abbracciamo?”
Così in silenzio mi siedo sul cuscino
guardando alla penombra il tuo triste faccino.
Sembri avere il mondo tutto addosso
allora io ti abbraccio forte ,
ma forte… più che posso!”
“Elia succede a tutti non ti preoccupare,
a volte il nostro corpo si vuole risciacquare
e prende l’occasione salendo su pianino
un fiotto d’acqua fresca che parte da un piedino.
Poi piano piano, va su per le gambette
in vie lunghe e contorte… a volte troppo strette.
Per arrivare in alto prende l’ascensore,
passando dal pancino
risparmia due o tre ore.
Un brividino freddo se sale dalla schiena,
ma a noi ci manca il foro che porta la balena!
Allora gira intorno a volte stringe il cuore,
sciacquando via per bene la rabbia ed il rancore.
In gola fa fatica lì è rotto l’ascensore
la scala scivolosa è piena di parole.
Se senti tutto chiuso, ha preso la rincorsa,
respira con il naso che agevola la corsa!
Quando finalmente è tutto ben sciacquato,
esce in goccioline dall’occhio già bagnato.
Il sale a cosa serve?
Lui fa da sgrassatore,
portando via quel grigio dei giorni senza sole.
Non devi trattenerti non c’è niente di strano,
anche se fa un po’ male noi tutti lo facciamo.
Ormai singhiozzi forte, ti sento un po’ tremare…
E una vocina rotta mi dice:” Puoi asciugare!”.