Le ali dell’aquila felice
Se vi piace questo racconto dovete ringraziare Simona di Tricase LE (14 novembre 2021)
Oggi Felice è tornato a casa ultracontento, perché ha appena saputo di un concorso parrocchiale, dal titolo: “Cosa faresti se avessi le ali?”.
“Mamma- dice il bambino entusiasta- voglio partecipare subito a questo concorso. Non mi interessa vincere, ma voglio scrivere tutto quello che farei… deve essere troppo bello volare”. La mamma ha sorriso nel sentire quelle parole, poi ha ripreso a cucinare, pensando al volo, alle ali e alla luce bellissima, negli occhi del suo bambino.
Felice intanto si è messo lì, seduto al suo tavolino, vicino alla finestra; all’improvviso tutte le sue idee, che non vedeva l’ora di scrivere, paiono svanite nel nulla. Ma ecco che sente picchettare contro la finestra un passerotto, tenero e piccolo, che svolazza via appena Ruben si mette ad abbaiare. Felice sorride, chiude gli occhi e si ritrova a volare sulla schiena di un’aquila, che si muove velocemente volteggiando nel cielo. Da lassù si vede proprio tutto.
“Guarda laggiù, signora aquila, un bimbo che chiede l’elemosina davanti ad una chiesa”. L’aquila non se lo fa ripetere e si dirige verso una casa, piena di tante delizie; lì abitano delle bravissime persone che riempiono un grande sacco, zeppo di ogni bontà. Felice, sorpreso, lo prende in mano, lo tiene stretto, mentre sono già ripartiti in volo e, dopo un attimo, si ritrova vicino al piccolo bambino povero, ripone il sacco pieno lì accanto e in un attimo sono di nuovo lassù, a sorvolare la città.
Vedono un giovane che ha forato la gomma del suo motorino ed è disperato, perché arriverà tardi ad un appuntamento di lavoro. L’aquila vola veloce verso un gommista, prende una gomma nuova e la porta dal quel giovane che, dopo pochi minuti, è già di nuovo in viaggio sul suo motorino, mentre saluta Felice e la sua amica pennuta che si son di nuovo librati nel cielo.
“Signora aquila, dove mi porti ora?”. Felice non ha ancora finito di parlare che si ritrova vicino ad una casa quasi in rovina: vi abita un’anziana signora, Maria, povera e sola; è molto triste perché non ha più visto la figlia da cinque anni, da quando se n’è andata a vivere in Australia. L’aquila prende su di sé la signora, oltre a Felice, il quale sente le braccia della vecchina che si avvinghiano alla sua schiena e in poco più di un’ora sono in Australia: la signora scende ed è una grandissima gioia per Felice quando riparte con l’aquila, mentre da là sopra vede la felicità della signora che riabbraccia la figlia, piangendo di gioia.
L’aquila riaccompagna Felice a casa e lui si ritrova nella sua stanza, con Ruben che gli fa le feste e la mamma che lo chiama per mangiare.
La mattina dopo il papà, prima di andare a lavoro, entra nella stanza di Felice, che sta dormendo, per salutarlo e vede un foglio sulla scrivania, su cui c’è scritto: Per il concorso parrocchiale: “Se avessi le ali eliminerei le distanze e il tempo, vedrei le cose dall’alto e tutto mi sembrerebbe più piccolo! E se avessi le ali darei anche un passaggio a chi non ce l’ha”.