Le avventure di Ambrogione della Metro il Supervagone
Barbara di Castri
Ambrogione correva sempre dentro la pancia di Milano, nella sua lunga vita di vagone della metro aveva caricato di tutto, uomini, donne, bambini, animali, valigie, zainetti, cibo, libri, giornali… Anche i musicisti avevano suonato spesso dentro Ambrogione e una volta un pittore aveva voluto fargli un regalo: lo aveva dipinto con i colori delle due squadre di calcio più importanti di Milano, da un lato rosso e nero come il Milan e dall’altro nero azzurro come l’Inter. Ambrogione diceva che lui era come un arbitro imparziale ed amava tutte e due le squadre della sua città, insomma era felice di ospitare la domenica le tifoserie avversarie. Ma non tutti i tifosi purtroppo sanno incassare una sconfitta della propria squadra ed un giorno un gruppo di ragazzi violenti aggredì un altro gruppo di ragazzi della squadra che aveva appena vinto a San Siro.
La baruffa creò molta confusione nella stazione della metro e fra tanti spintoni un bambino cadde fra le rotaie. Ci volle la prontezza e l’esperienza di Ambrogione per salvare la vita di quel bambino: tutta la stazione rimase sbigottita perché il vecchio vagone non solo riuscì a frenare velocemente, ma come un nonno amoroso raccolse il bambino dalle rotaie. E lo portò in salvo dalla sua mamma.
Dentro la stazione si alzò forte la voce di Ambrogione: “Allontanarsi sempre dalla linea gialla per non cadere fra le rotaie e ricordarsi che la violenza non premia mai nessuno, perché la più grande vittoria nella vita e nel gioco è saper perdere ed un vero sportivo questo lo sa!”. Ci fu un lungo applauso in tutta la stazione di San Siro e forse fu quella la vera vittoria di quella giornata di campionato.