Le avventure di Giulio Kirby
Questa è la fiaba di Giuseppe (24 ottobre 2010).
Giulio Kirby era un bambino molto intraprendente e vispo, come ce ne sono tanti all’eta’ di 10 anni, e viveva con le due sorelline, Bennie e Barbie, e con i genitori, Bonaventura e Terry, in una grande e bella casa, tutta di legno e vetro, sempre illuminata dal sole e dalla luna, che culminava con una torretta alta nella quale Giulio aveva la sua camera da letto.
In quella stanza accadevano le cose piu’ mirabili, perché Giulio era pieno di interessi, ma, in particolare, egli era preso dall’astronomia, dal cielo, dalle stelle, forse perché nella sua bella stanzetta c’era un abbaino che guardava dritto al cielo, e dal quale egli osservava in continuazione le stelle, prima di addormentarsi, abbandonandosi ogni sera ai pensieri più belli ed ardimentosi, che gli facevano immaginare un futuro di avventure che avrebbe avuto sempre per scenario il cielo stellato.
Ogni sera Giulio invitava le sorelline nella sua stanza, e dava vita a spettacoli di magia, a giochi di vario genere, ma soprattutto gli piaceva saltare sul letto ed iniziare a raccontare storie di avventure stellari delle quali diceva di esser stato protagonista, quando la notte scendeva, ed egli intraprendeva i panni ed il ruolo di argonauta interplanetario. Le due sorelline, sempre di soppiatto, riuscivano a sgattaiolare nella sua camera una volta che i genitori si fossero addormentati, con Bennie che arrivava già piena di sonno e per questo annuiva sempre accondiscendente a tutte le fantasie di Giulio, e Barbie, che si trascinava dietro Marta, la sua giraffa di peluche, che era più vispa ed attenta e, con le sue domande dubbiose, metteva a dura prova la fantasia e la vena romanzesca di Giulio.
In realtà mamma era ben desta e seguiva dalla sua camera le loro simpatiche birbanterie, ben sapendo che dopo un poco, una volta crollati dal sonno, avrebbe dovuto, come sempre, rimboccare le coperte a Giulio e riportare, con il papà, Bennie e Barbie nei propri lettini.
Ma una sera fu tutto più speciale del solito, ed il racconto lascio il posto all’azione, perché Giulio propose alle due sorelline di osare di più, e di accompagnarlo in un viaggio interstellare. Le due sorelline, da sempre affabulate dalle parole del fratellino, si lasciarono convincere, ed assunsero subito i ruoli ed i compiti che Giulio aveva loro riservato .
Così, mentre Giulio si recava nell’autorimessa, per trasformare in astronave una vecchia automobile d’epoca che il padre stava restaurando, Bennie preparò dei toast imburrati e dei biscotti, mentre la piccola Barbie trasportava a forza le coperte che sarebbero servite in caso di freddi stellari. Giulio collegò mirabilmente il motore di una vecchia lavatrice in disuso a quel rottame di automobile, e prese una vecchia batteria che il papà usava per la luce quando andavano in campeggio, poi montò l’oblò della lavatrice e ne fece il portello di accesso all’astronave, attaccò dietro all’auto una vecchia carriola per raccogliere reperti stellari, riassettò i sedili dell’auto, collegò il suo computer portatile al cruscotto dell’auto, facendone il ponte dei comandi, e prese la sua pistola lancia razzi: tutto era pronto per la partenza, ed infine con un pennello intriso di colore giallo Giulio diede un nome al vascello scrivendo sul portello il nome di “Astronave Kirby I” !
Le sorelline intanto arrivavano di gran fretta, con i loro bagagli, e si posizionarono insieme a Giulio in quello che era divenuto un vascello stellare, e così partirono.
All’accensione del motore vi fu un grande boato, seguito dallo sparo di un razzo, e l’astronave si sollevò improvvisamente, mentre Giulio smanettava con il suo software di bordo per tentare di tenere la navicella in equilibrio e sulla rotta giusta, che in realtà non era altro che la rotta del videgioco da lui preferito.
Mentre vagavano tra le stelle e le scie luminose, ed erano tutti e tre attaccati con il naso sul portello a guardare le meraviglie del cosmo stellare, un forte scossone fece loro capire che qualcosa fosse caduto nella carriola che trascinavano dietro. Giulio corse a vedere e vi trovò una piccola stellina ed un grosso meteorite che emettevano strani suoni per lui incomprensibili. Ancora smanettando sul suo computer riuscì a trovare un dialetto interstellare che consentì a tutti di comprendere i loro dialoghi.
Così Giulio e le sorelline appresero che si trattava della stellina Lucy, appartenente alla Costellazione di Marian, di cui era figlia, e del meteorite Poldus, della Galassia di Iron. Lucy si era smarrita nel cosmo a seguito di un forte sciame sismico che aveva scosso il suo sistema stellare, e quindi era triste e sola alla ricerca della sua famiglia di pianeti e stelle, ma i venti stellari l’avevano portata molto lontana da casa. Poldus invece raccontò di provenire da una parte di cosmo dove le risorse erano quasi del tutto esaurite e quindi si era dovuto mettere in cammino per trovare nuove opportunità di vita e di lavoro per sè e per la sua famiglia che era rimasta lontana, ma nel sistema solare terrestre, che gli era sembrato inizialmente un luogo bello e felice, veniva invece da tutti sempre emarginato e deriso perché considerato straniero e diverso.
Le loro storie intristirono Bennie e Barbie, nel mentre Giulio, per quanto colpito, capì che se li aveva raccolti con la sua carriola doveva esserci una ragione, e realizzò che la sua missione fosse quella di aiutarli entrambi portandoli innanzi al Re dei Solaria, l’unico popolo che riusciva a vivere sul pianeta Solaria, vicinissimo al Sole ed alla sua luce, traendone energia e vita, pensando Giulio che, con la loro forza e la loro autorevolezza avrebbero certamente potuto mettere tutte le cose a posto.
Quando l’astronave Kirby I arrivò nella scia del Pianeta Solaria furono tutti colti da un senso di pesante preoccupazione, perché non si vedeva la luce fortissima che ci si sarebbe attesi, ma tutto era cupo, lugubre e buio, ed il Sole si era distanziato dal pianeta e non lo illuminava più. Intorno alla navicella si addensarono tanti piccoli pianeti neri e minacciosi che puntavano su Giulio ed i suoi, dei grandi cannoni caricati con meteoriti infuocati, e poi ancora centinaia di soldati di Solaria che minacciosamente indicavano a Giulio di entrare in un lungo corridoio di pietra e fuoco che portava al centro del pianeta.
Giunti in quel triste luogo Bennie era molto preoccupata ed impaurita e si stringeva a Giulio, e così anche Barbie che tentava di proteggere la sua giraffina Marta, che nel frattempo si era animata.
Il Re dei Solaria con voce profonda e tenebrosa non diede il benvenuto a Giulio ed ai suoi compagni, ma chiarì subito che essi erano dei prigionieri, e che la loro sorte sarebbe stata ben triste da lì a poco.
In realtà, nel tempo, i fasti di Solaria e degli altri pianeti vicini erano finiti, ed anche in quella società evoluta, a causa di una insana bramosia di crescere smisuratamente e senza controllo nel sistema solare, si erano esaurite le risorse naturali, l’ambiente circostante era divenuto ostile, la scarsità delle risorse aveva causato la crisi del loro sistema di vita e di valori, ed i pianeti vicini, che prima erano stati osteggiati, non avevano mostrato disponibilità all’aiuto . I giovani guerrieri accusavano i vecchi saggi ed il Re di averli traditi perché non avevano saputo tutelare il pianeta per le generazioni future, onde erano cominciate guerre e battaglie senza quartiere, con eserciti e bande che si contrapponevano per primeggiare, e tutto ciò che giungeva su Solaria veniva catturato e sfruttato per la sopravvivenza senza più regole ne’ valori.
Il Sole, deluso da queste condotte, aveva lasciato ciascuno al proprio destino ed aveva privato tutti pianeti della sua luce, della sua energia vitalizzante e del suo calore . Poldus sarebbe stato dunque scaraventato nelle miniere, mentre Lucy sarebbe stata privata per sempre della sua energia di luce stellare, mentre Giulio e le sorelline sarebbero stati utilizzati per lavori forzati e per fare da ancelle alla corte del Re.
La situazione sembrava davvero terribile, ed occorreva una di quelle idee geniali che solo Giulio sapeva architettare stropicciandosi il mento con le dita della mano destra . E così egli decise di fuggire, creando confusione sparando l’ultimo razzo che gli era rimasto, ed andando tutti verso una altura che guardava proprio verso il Sole, al quale decisero di invocare aiuto creando un forte campo di energia che potesse attirare la sua attenzione. Giulio chiese quindi alle sorelline, a Lucy e a Poldus di stringersi in cerchio e di chiamare forte il Sole acche’ venisse a salvarli dal loro triste destino, ma la cosa sembrava non funzionare. Allora ci riprovarono ancora ed anche la giraffa Marta si strinse con loro e, pur strappandosi una zampa, consentì, col suo piccolo aiuto, al cerchio di essere abbastanza largo per poter produrre l’energia giusta .
All’improvviso apparve una fortissima luce che li accecò, e si sentì il suono di campane ed un calore benefico accompagnato da una voce calda e soave, e tutti capirono che il Sole era intervenuto in loro aiuto, e si sentirono liberati, leggeri e finalmente sani e salvi!
In realtà si trattava di mamma Terry che, alle sette in punto, era andata a svegliare i tre dormiglioni che quella sera erano rimasti insieme nel lettone di Giulio, e che aveva aperto la finestra su una giornata bellissima, con un cielo azzurro ed un sole caldo e splendente. Sullo sfondo suonava la sveglia, e Giulio, Bennie e Barbie si stropicciarono gli occhi felici e sereni, consapevoli di aver fatto tutti e tre lo stesso avvincente sogno, anche se si scoprirono stranamente a stringere rispettivamente a se’ un meteorite, una stellina e la giraffina Marta con la zampa strappata, mentre da sotto si sentiva papa’ Bonaventura che brontolava in garage perché qualcuno gli aveva imbrattato l’auto con la pittura gialla. Restarono un po’ perplessi, e pensarono sorridenti che a volte la realtà si mescola alla fantasia. Ma come è sempre bello il ritorno alla realtà, e come belli sono i sogni che spesso ci aiutano a vieverla meglio !