Le civette e il ragioniere
Anna Vivarelli
Qualcuno ha visto le tre civette
che se ne stavano sopra il comò
e con la figlia del caro dottore
liete intonavano ciccì coccò?
Erano allegre, grasse e contente,
ed il pensiero talvolta tornava
al bosco fitto in cui tutta la notte
con gran fatica si svolazzava.
Una sonnecchia, l’altra sbadiglia,
l’altra civetta una zampa si gratta,
mentre la figlia del vecchio dottore
manda un bacetto con aria distratta.
Finché un bel giorno arrivò la notizia:
la signorina domani si sposa!
Un matrimonio in ogni famiglia
è certamente una gran bella cosa.
Così la figlia del nostro dottore
divenne sposa di un ragioniere
e le civette sulla credenza
furon coperte di bomboniere.
Quando la festa di nozze finì,
la sposa chiese: Le mie civette?
Al ragioniere piaceva il comò,
e per gli uccelli comprò tre gabbiette.
Tristi divennero le care amiche,
costrette a vivere in quella prigione.
Solo il dottore che aveva buon cuore
prestava a loro un po’ di attenzione.
Ma una mattina mosso a pietà
aprì le porte delle gabbiette
e dal balcone della cucina
fece scappare le tre civette.
Ora son là dentro il folto del bosco
e svolazzando trascorron le sere,
di giorno dormono sopra i castagni
e più non pensano al ragioniere.