Le gambe

Robert Graves

Tratta da Lamento per Pasifae, Guanda, Parma 1991

Le gambeC’era questa strada
e portava in cima alla collina
e dal colle scendeva giù
avanti e indietro, e giù e su.

E c’era un traffico di gambe,
gambe dai ginocchi in giù,
gambe che andavano, che venivano
che non si fermavano più.

E i rigagnoli gorgogliavano
per la pioggia straripante,
e i bastoni sul selciato
ciechi picchiavano, picchiavano.

Ciò che trascinava le gambe
era l’inarrestabile
l’insensato, lo spaventoso
fato d’essere gambe.

Gambe per la strada
la strada per le gambe,
risolutamente senza meta
in una direzione, in entrambe.

Le mie gambe, perlomeno,
erano fuori da quel trambusto:
io me ne stavo intero
sull’erba al margine della via

a osservare le inarrestabili
gambe passarmi vicino
senza mai che una inciampasse
tra un passo e il successivo.

Benché il mio sorriso fosse largo
le gambe non potevano vederlo,
benché il mio riso fosse forte
le gambe non potevano udirlo.

Allora fui preso da una vertigine.
Non starai camminando anche tu
– ad un tratto mi domandai –
dalle ginocchia in giù?

Mi toccai le tibie appena
e il dubbio le scatenò:
avevano corso in venti pozzanghere
prima che potessi riacciuffarle.

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