Tantissimo tempo fa, nell’isola di Sardegna, vivevano le sirene, bellissime figlie dell’Oceano. Distese sugli scogli o nascoste tra le onde, attendevano i marinai per incantarli. Avevano bellissimi volti di donna, ma il loro corpo terminava in una coda lucente e squamosa, proprio come quella di un pesce.
Il loro canto era così melodioso, che nessuno poteva ascoltarlo senza esserne ammaliato irrimediabilmente. I marinai, per udire le loro voci sublimi, attratti dall’irresistibile canto e dai volti delle ammaliatrici, si gettavano tra le onde sperando di raggiungerle.
Una volta, per le acque della Sardegna, si trovo a veleggiare la nave di Giasone, diretto, insieme ai suoi compagni, verso la Colchide.
Non appena videro la bella nave costeggiare le rive, le sirene subito si staccarono dai loro scogli diretti verso la nave con l’intento di fermarne il viaggio.
Ma alla spedizione partecipava anche Orfeo, il cantore degli dei. Orfeo comprese subito il pericolo: “Devo fare qualcosa” pensò “se i marinai udranno il canto ammaliatore delle sirene, ne saranno irrimediabilmente colpiti e sconvolti, tanto da gettarsi tra le onde!”
Una delle sirene, Selvaggia, si era ormai vicinissima alla nave e, guardando i naviganti con i suoi occhi ammaliatori, stava già per cominciare a modulare il suo canto per attrarli a sé spingendoli a gettarsi tra le onde.
“C’è solo un modo per evitare che i marinai sentano il canto di questa sirena” pensò Orfeo “devo provare a coprirlo con quello della mia lira” E così fece: la melodia di Orfeo era così piena di dolcezza che tutti gli uccelli accorsero intorno alla nave per ascoltarla, i delfini, incantati, si avvicinarono alla prua della nave e perfino Selvaggia, per ascoltarlo, cessò di modulare il suo canto ammaliatore, sedotta dalla musica del cantore Orfeo.
Così, nel silenzio incantato degli uomini e degli animali, sulle calme acque del Mar di Sardegna, la nave di Giasone riuscì ad attraversare incolume le acque dell’isola delle sirene.