Le streghe e i fichi

Ecco la fiaba di Jessica, classe 3°C, scuola elementare "Marco Polo" di Nichelino in provincia di Torino (18 aprile 2004).

C’era una volta un uomo ormai anziano, che aveva tre figli maschi.
Un giorno chiamò il figlio più grande e gli disse:
“I fichi nell’orto sono maturi: cogli i più belli e portali al re.
Magari ti darà qualche moneta d’oro”.
Il ragazzo mise i fichi in un cesto e s’incamminò.
Passò vicino ad una casa, abitata da quattro streghe.
Appena videro il giovane, le streghe gridarono:
“Bel giovane, che cos’hai nel cestino?”
“Per voi niente!” rispose e continuò la sua strada.
Le streghe, infuriate con il ragazzo, dissero in coro:
“Niente per noi: niente per nessuno!”.
Il ragazzo arrivò a palazzo e disse al re che gli aveva portato i fichi
migliori di tutto il regno.
Ma, quando gli mostrò il cestino, si accorse che era vuoto.
Così il re si arrabbiò e fece bastonare il giovane, che tornò a casa
pesto e a mani vuote.
Raccontò tutto al padre, tranne l’incontro con le streghe.
Il vecchio, dispiaciuto, chiamò il secondo figlio e gli disse:
“Raccogli i fichi più maturi e portali al re”.
Allora il ragazzo li colse e s’incamminò.
Passò davanti alla casa delle streghe, che vedendolo gli chiesero:
“Bel giovane, che cos’hai in quel cestino?”.
“Per voi, niente!” fu la risposta del ragazzo.
“Niente per noi: niente per nessuno!” risposero quelle in coro.
E così, arrivato davanti al re, si accorse che il suo cestino era vuoto.
Ricevette una doppia bastonata e tornò a casa a mani vuote.
Allora il padre chiamò il terzo figlio e gli disse:
“I tuoi fratelli non hanno combinato niente di buono: va’ dal re e
cerca di ottenere il suo perdono!”.
Il ragazzo si mise in cammino e passò davanti alla casa dove abitavano le vecchie streghe.
Queste gli chiesero di assaggiare qualche fico e il giovane le
accontentò.
Così, quando arrivò davanti al re, si accorse che il suo cestino
era colmo di saporiti frutti.
Il re ne fu così felice ,che lo ricompensò con molte monete d’oro.
Così il ragazzo tornò a casa felice e contento e suo padre gli fece
una grande festa.

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