Levommi il mio penser in parte ov’era

Francesco Petrarca

Levommi il mio penser in parte ov'era

Leggiamo insieme: Levommi il mio penser in parte ov’era di Francesco Petrarca

Levommi il mio penser in parte ov’era
quella ch’io cerco, et non ritrovo in terra:
ivi, fra lor che ‘l terzo cerchio serra,
la rividi piú bella et meno altera.

Per man mi prese, et disse: “In questa spera
sarai anchor meco, se ‘l desir non erra:
i’ so’ colei che ti die’ tanta guerra,
et compie’ mia giornata inanzi sera.

Mio ben non cape in intelletto humano:
te solo aspetto, et quel che tanto amasti
e là giuso è rimaso, il mio bel velo. –

Deh perché tacque, et allargò la mano?
Ch’al suon de’ detti sí pietosi et casti
poco mancò ch’io non rimasi in cielo.

 

Parafrasi di: Levommi il mio penser in parte ov’era di Francesco Petrarca

Il mio pensiero mi innalzò in un luogo dove era
colei (Laura) che io cerco e non ritrovo sulla terra:
qui, fra coloro che dimorano nel terzo cerchio (nel cerchio di Venere),
la rividi più bella e meno superba.

Mi prese per mano e mi disse: “in questo cielo,
sarai con me, se il desiderio non mi inganna;
io sono colei che ti ha fatto tanto soffrire,
e che morì prima di giungere alla vecchiaia.

La mia beatitudine è tale che l’intelletto umano non è in grado di immaginarla:
aspetto solo te, ma quello che tanto hai amato,
il mio bel corpo, è rimasto laggiù”.

Ahimè, perché tacque e lasciò andare la mia mano?
Poiché al suono di parole così dolci e pure
per poco non rimasi in cielo (con lei).

 

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