Lo gnomo
C’erano una volta Agata, Alexia e Aurora, tre bellissime principesse, figlie di un grande re. Il re coltivava un frutteto magnifico e dedicava molte cure ad un albero di mele: ne era così geloso che ripeteva: “Dovesse sprofondare sottoterra chi raccoglie le mie mele!”. In autunno le mele diventarono così rosse e belle che le principesse non resistettero alla tentazione di mangiarle, pensando che su di loro la maledizione del padre non avrebbe avuto effetto. Non fu così: immediatamente le ragazze sprofondarono e di loro si persero le tracce. Il padre le cercò disperatamente e le promise in moglie a chi le avesse trovate.
Partirono alla loro ricerca tre cacciatori: Ugo, Igor e Agos. Viaggiarono molto e trovarono un superbo castello; entrando, scoprirono una sala con molte cose buone da mangiare: “Restiamo qui!” decisero “a turno due di noi proseguiranno la ricerca e uno si riposerà in questo castello”. Il primo turno di riposo toccò ad Ugo, il maggiore dei tre. All’ora di pranzo sbucò fuori Olo, uno gnomo, che gli chiese: “Mi dai un pezzo di pane?”. Il ragazzo glielo porse ma lo gnomo lo lasciò cadere per terra. Ugo lo raccolse, ma nel farlo Olo lo bastonò di santa ragione. Il secondo giorno fu Igor a restare nel castello: si ripetè la stessa identica scena dello gnomo e della bastonatura. Il terzo giorno restò Agos. Arrivò Olo. “Mi dai un pezzo di pane?” chiese. Agos glielo porse e lo gnomo lo fece cadere. “Raccoglilo” disse Olo. “Non ci penso nemmeno” – fece Agos – “sei stato tu a farlo cadere!”. Lo gnomo si mise a strillare e Agos lo prese e cominciò a sculacciarlo. “Basta basta, ti prego!” gridava lo gnometto: “Smettila e ti dirò dove sono le principesse”. Agos si fermò ma lo tenne per un orecchio finchè Olo gli svelò il posto segreto: “Sono in fondo ad un pozzo senza acqua, vieni con me, ti ci porterò” disse lo gnomo. Si incamminarono e arrivarono al pozzo: “Per liberarle devi calarti giù con un cesto e portare con te un coltello e un campanellino, ma bada! Non fidarti di Ugo e Igor: sono sleali con te!” avvertì lo gnomo.
Agos tornò al castello e raccontò a Ugo e Igor dello gnomo e del fatto che, dopo averlo sculacciato, lui gli aveva svelato dove si trovavano le principesse. I due si arrabbiarono molto, ma senza farlo capire ad Agos. La mattina dopo, tutti e tre raggiunsero il pozzo. A turno si calarono giù col cesto. Ugo si impaurì e, una volta toccata la base del pozzo, iniziò a scampanellare disperatamente. Igor cercò di darsi coraggio, ma appena si accorse che il fondo del pozzo era buio e freddo, cominciò a scampanellare più forte che potè. Agos si calò giù tranquillamente e senza paura.
Scoprì che ogni principessa era rinchiusa in una stanza e, guardando dai buchi della serratura, vide che ciascuna doveva spulciare le teste di un drago. Si avvicinò alla prima porta, piano piano entrò e, approfittando del fatto che il drago stava russando, gli mozzò le sue nove teste. “Sei il mio eroe!” urlò la Principessa Agata. E lo abbracciò felice. Poi, Agos aprì la seconda porta e tagliò le sette teste di un altro drago. Infine, entrò di soppiatto nella terza stanza e anche il drago a quattro teste fu mutilato. Le principesse erano libere e raggianti, si riabbracciarono e ringraziarono Agos.
Giunse il momento di salire in superficie. Agos suonò il campanellino e Ugo e Igor capirono che dovevano tirar su con la fune la prima principessa. Una dopo l’altra le fanciulle rividero la luce del sole. Quando arrivò anche per Agos il momento di entrare nel cesto, il ragazzo si ricordò delle parole dello gnomo Olo: “Non fidarti di Ugo e Igor!”. Allora prese un macigno, lo caricò nel cesto e i cacciatori cominciarono a tirarlo su. Ad un certo punto Agos, dal fondo del pozzo, sentì un tonfo: i malvagi cacciatori avevano tagliato la fune. Il loro intento era quello di far precipitare Agos e prendersi tutto il merito della liberazione delle principesse! Le fanciulle furono costrette a mentire e a dimenticarsi di Agos, il loro vero salvatore.
Il ragazzo, intanto, era rimasto intrappolato nel pozzo. Cominciò a girare tra le stanze, finchè si accorse di un flauto appeso al muro. Lo prese e cominciò a suonarlo. Subito accorsero tantissimi gnomi richiamati dal magico suono e in coro chiesero ad Agos: “Esprimi un desiderio, noi lo esaudiremo!”. Allora Agos desiderò di essere portato fuori dal pozzo. Ogni gnomo afferrò uno dei suoi capelli e lo sollevarono fino alla superficie. Il ragazzo ringraziò e corse al castello: Agata stava sposando Ugo! Per fortuna Agos arrivò in tempo e le fanciulle appena lo videro svennero turbate.
Il re, che pensava che il ragazzo avesse fatto del male alle sue figlie, lo fece imprigionare. Al loro risveglio, Agata, Alexia e Aurora si misero a parlare di Agos, il loro eroe. Il re origliava dietro la porta. Immediatamente, il ragazzo fu liberato e Ugo e Igor furono condannati. Agos e Agata si sposarono, vissero felici e contenti e coltivarono un magnifico orto pieno di alberi di mele squisite.