Il Lonfo
Fosco Maraini
Leggiamo insieme: Il Lonfo di Fosco Maraini
Il lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta.
È frusco il lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e t’arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t’alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi.
Per ascoltare Gigi Proietti recitare Il Lonfo di Fosco Maraini, guarda questo video
Note su Il Lonfo di Fosco Maraini:
Fosco Maraini scrisse “Il Lonfo” nel 1978 e lo inserì nella raccolta “Gnosi delle fanfole”.
Questo testo è uno degli esempi più famosi della metasemantica (Tecnica letteraria teorizzata e inventata proprio da Maraini) ed ebbe da subito grande successo, tanto che fu trasposto anche in un disco (la musica fu composta da Stefano Bollani e la voce è di Massimo Altomonte).
Nel Lonfo Maraini usa parole inventate e ne enfatizza l’aspetto evocativo e uditivo, come vuole appunto la metasemantica. Utilizza dunque parole senza significato, ma con suoni familiari, che seguono le regole grammaticali e sintattiche della lingua italiana.
Per provare a comprendere il significato nel testo, bisogna ascoltare il suono delle parole (Come abbiamo detto evocative o anche onomatopeiche), bisogna fare attenzione alla loro posizione all’interno della frase. E comunque il significato che andremo a dare al testo, sarà sempre personale e non univoco.
Il lonfo ci insegna anche una lezione importante: perché un testo letterario ci appaia bello e interessante, perché ci emozioni, non basta solo la lingua. Tanto fanno anche il cuore e l’intelligenza che lo scrittore riesce a far trasparire dal testo stesso e poi l’interpretazione e le emozioni di chi lo recita (si veda per esempio il video più in alto con l’intepretazione di Gigi Proietti).
L’ipotesi più accreditata, comunque, è che il lonfo sia un piccolo simpatico animale, ma, appunto, è solo un’ipotesi!
Un’attività interessante e divertente da fare coi bambini può essere quella di leggergli il testo e poi di chiedere loro di disegnare il lonfo: vedrete quante diverse creature prenderanno forma dalla fantasia dei più piccoli!
Ecco qui sotto un tentativo di “traduzione” del testo:
Il Lonfo non abbaia né ruggisce
e molto raramente emette un barrito,
ma quando soffia il vento, raffica dopo raffica
sbarella un po’ e quatto quatto si rannicchia.
È furbo il Lonfo! È pieno di scaltrezza
perspicacia mal rivolta e sorniona!
Se indugi ti scruta e si appropinqua
se lo tocchi ti morde e ti aggredisce.
Eppure il vecchio Lonfo ottenebrato
che beve e grufola e X
vagheggia intorno, fa lo gnorri;
e quasi quasi in segno di sberleffi
gli molleresti un pugno. Ma lui, zitto
ti fa gli occhioni, ti fa le fusa; e tu l’accarezzi.
Curiosità sull’autore de “Il Lonfo”:
Fosco Maraini, autore del testo, è il padre di Dacia Maraini, anche lei scrittrice di grande successo.
Per un approfondimento sulla vita e le opere di Fosco Maraini, vi invitiamo a visitare la pagina di Wikipedia a lui dedicata.
Per leggere un altro testo divertente e nonsense, vi suggeriamo Scherzo (Le parole per musica) di Yorick (Pier Coccoluto Ferrigni): trovate il testo qui!